imageL’oliva italiana è in pericolo, la minaccia si chiama “Bactrocera Oleae”. Qualche numero dalla Toscana: una perdita che oscilla dal 50 al 70% nelle coltivazioni tradizionali, 80% in quelle biologiche. Questo tipo di mosca depone le uova nelle olive, quando la larva diventa crisalide l’oliva è ormai devastata. E cade a terra secca, inutilizzabile.

Le mosche nel 2014 sono arrivate in numero spropositata forse anche a causa delle piogge anomale. Che olio mangeremo dunque ques’anno? C’è il rischio che in tavola ne metteremo uno più scarso, qualitativamente parlando, magari frutto di commistione di olii di qualità (quel poco che se ne ricaverà quest’anno) e altri di dubbia provenienza?
“La femmina adulta — spiega Massimo Gragnani, una laurea in Scienze agrarie, a Repubblica — depone un uovo nella drupa, l’oliva. La larva che nasce si nutre della polpa poi si “impupa”, diventa cioè crisalide ed esce dall’oliva ormai devastata. All’università ci insegnavano che una femmina metteva un uovo in ogni oliva. In questo 2014 abbiamo trovato anche 20 — 25 ovodeposizioni in un solo frutto».

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