La tua sensibilità non è nata con te, sono i tuoi trascorsi ad averti reso sensibile. 

So che forse non lo sapevi ed è proprio per questo che oggi siamo qui, ad intraprendere questo breve viaggio alla scoperta della sensibilità. 

Il nostro viaggio inizia da piccolissimi, parliamo dei primi due anni della nostra vita: questi sono infatti cruciali nel determinare lo sviluppo della persona dal momento che proprio durante la nostra infanzia si gettano le basi di quello che sarà il nostro neurosviluppo, ovvero di come diventerà e funzionerà il nostro cervello da adulti, di come ci guiderà nelle nostre valutazioni future ed è propriio in questa delicata fase  che le nostre emozioni, le nostra sensazioni, i nostri piccoli vissuti ci hanno portato a sviluppare la sensibilità che oggi ci caratterizza. Ti dico una cosa che non tutti sanno: le emozioni sono corporee, non spirituali. Chi lo avrebbe mai detto, eh!

Invece è proprio così. Mi spiego meglio: riusciamo a provare emozioni perché queste emergono nel nostro corpo sotto forma di reazioni fisiologiche a cui dobbiamo prestare attenzione affinchè non si somatizzino e portino a degenerazioni tipo ansia o depressione. 

Le emozioni, dunque, non sono qualcosa di astratto o di poco conto, sono importanti e vanno ben ascoltate. 

La soglia di sensibilità

Le persone molto sensibili hanno quella che viene definita una soglia di attivazione molto bassa, che vuol dire che il cervello di queste persone, quando elabora gli stimoli che gli si presentano davanti, trasmette continuamente un messaggio del tipo «questo è importante, presta attenzione!». E lo fa anche quando la persona si trova di fronte a stimoli neutrali, quando magari una persona con una soglia di attivazione meno bassa non farebbe neppure  attenzione.

Si può modificare la soglia di sensibilità?

Sì, la propria soglia di sensibilità si può regolare. Con un po’ di lavoro e buona volontà si può riuscire in qualche modo a “regolare” questa soglia anche se vorrei sottolineare che essere un soggetto altamente o molto sensibile non è una vergogna o un male: ognuno è fatto a modo proprio e questo modo è il migliore per noi, per la nostra persona e soprattutto per la nostra personalità. Ma questo non vuol dire che non si possa cambiare e allora eccoci qua per comprendere come farlo.

Regolare la propria sensibilità significa innanzitutto comprenderla profondamente, carpire cosa ti stanno comunicando  le tue emozioni e da quale epoca della tua vita arrivano questi messaggi che ti rendono sensibile all’approccio. Molto spesso,infatti,  la sensibilità ci parla dei nostri vissuti del passato: il dolore che provi oggi, porta con sé un carico enorme perché ti racconta del tuo dolore di ieri. Se poi parliamo della rabbia, questa sensibilità è maggiormente amplificata, perché si tratta di un’emozione attivante che diviene dirompente e, per un nulla, puoi scattare come se in quel momento tu stessi rispondendo a tutti i torti subiti nella tua vita.

Come lavorarci su?

Sappiamo che le emozioni sono corporee, indissolubilmente legate ai processi cerebrali di valutazione degli stimoli. Ci si emoziona sempre in risposta a qualcosa, anche se lo stimolo non lo vediamo (perché spesso è interno a noi stessi), c’è. Usando il tuo intelletto, puoi imparare a calibrare meglio gli stimoli che attivano determinate emozioni, e puoi imparare a comprendere ed elaborare ogni emozione carpendo anche i suoi significati più profondi, chiedendoti, semplicemente, cosa ti racconta di te e cosa puoi fare per evitare che questo racconto diventi sensibilità instabile che porta solo a ferirti. 

Le esperienze che contano

Le esperienze che abbiamo vissuto da bambini contano – e pure tanto – anche se ormai non prestiamo loro più attenzione, e anche se facciamo finta di non essere mai stati bambini… lo siamo stati eccome!

Da adulti ci comportiamo come se avessimo resettato tutto il nostro passato emotivo, come se con una spugna avessimo pulito la lavagna dei nostri ricordi o con un click cancellato il file della memoria che fa parte della nostra storia. Invece è tutto lì, in un bagaglio emotivo che pesa sul cuore. E, a volte, pesa davvero tanto. Per alleggerirci, abbiamo bisogno di guardarci dentro, di frugare nel nostro passato a caccia di risposte. E una volta trovate, queste risposte, decodificheranno il codice della nostra sensibilità. 

Già, per vivere bene, abbiamo solo bisogno di imparare a conoscerci e alleggerirci il cuore.

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