Si allunga di 5 mesi lʼaspettativa di vita. In pensione a 67 anni nel 2019

Buone notizie dall’Istat: si allunga di 5 mesi lʼaspettativa di vita però sulla base delle regole attuali l’età per la pensione di vecchiaia si allunga, infatti si dovrà lavorare fino a 67 anni.

La speranza di vita per le donne sale a 85 anni, mentre per gli uomini si ferma a 80,6 anni. Calano nel 2016 i decessi. La leader della Cgil, Susanna Camusso: “Bisogna fermare questa follia”. Nel 2016 infatti sono stati registrati oltre 615 mila decessi tra i cittadini residenti, 32 mila in meno del 2015 (-5%). In rapporto al numero di residenti, nel 2016 sono deceduti 10,1 individui ogni mille abitanti, contro i 10,7 del 2015. Lo certifica l’Istat. La riduzione nel numero di morti risulta territorialmente omogenea, pur risultando più ampia nel Nord-ovest (-5,6%) e nel Sud (-5,7%).

Secondo la Camusso, questo “automatismo folle e perverso” porta a “peggiorare periodicamente l’età pensionabile dei lavoratori”. Per il segretario generale della Cgil, i dati “attesterebbero, dopo un periodo di calo della speranza di vita, un aumento di cinque mesi, confermando l’urgenza di fermarsi e riconsiderare un meccanismo scorretto e penalizzante. Il governo aveva assunto l’impegno a discuterne. Prima che un automatismo sbagliato e fuori controllo continui a produrre effetti discutibili il governo lo blocchi”.

Sono 2,7 gli anni che separano le residenti in Trentino-Alto Adige, le più longeve nel 2016 con 86,1 anni di vita media, dalle residenti in Campania che con 83,4 anni risultano in fondo alla graduatoria. Tra gli uomini il campo di variazione è più contenuto, e pari a 2,3 anni, ossia alla differenza che intercorre, come tra le donne, tra la vita media dei residenti in Trentino-Alto Adige (81,2) e i residenti in Campania (78,9).

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Si allunga di 5 mesi lʼaspettativa di vita. In pensione a 67 anni nel 2019

“Non tutti i lavori sono uguali, il governo mantenga fede agli impegni assunti”, affermano in una nota unitaria Cgil, Cisl e Uil. I sindacati chiedono “il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita previsto per il 2019 e l’avvio del confronto per una modifica dell’attuale meccanismo per superare e differenziare le attuali forme di adeguamento, tenendo conto anche delle diversità nelle speranze di vita e nella gravosità dei lavori”. I sindacati esprimono “qualche dubbio sull’esattezza delle stime Istat”.

La speranza di vita aumenta in ogni classe di età. A 65 anni arriva a 20,7 anni per il totale dei residenti, allungandosi di cinque mesi rispetto a quella registrata nel 2013. A tale età la prospettiva di vita ulteriore presenta una differenza meno marcata tra uomini e donne (rispettivamente 19,1 e 22,3 anni) che alla nascita.

Rispetto a 40 anni fa la probabilità di morire nel primo anno di vita si è abbattuta di oltre sette volte, mentre quella di morire a 65 anni di età si è più che dimezzata.

L’Istat ha definito che Un neonato del 1976 aveva una probabilità del 90% di essere ancora in vita all’età di 50 anni, se maschio, e a quella di 59 anni, se femmina. Quaranta anni più tardi, un neonato del 2016 può confidare di sopravvivere con un 90% di possibilità fino all’età di 64 anni, se maschio, e fino a quella di 70, se femmina.

L’aumento della speranza di vita nel 2016 rispetto al 2015 si deve principalmente alla positiva congiuntura della mortalità alle età successive ai 60 anni. Il solo abbassamento dei rischi di morte tra gli 80 e gli 89 anni di vita spiega il 37% del guadagno di sopravvivenza maschile e il 44% di quello femminile.

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