L’Inps parla ancora una volta di pensioni e questa volta fotografa una situazione non piacevole. Infatti secondo i dati molti pensionati percepiscono meno di mille euro al mese di pensione. Sono circa 6 milioni

In pratica il 39% del totale, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Inps. L’Istituto di previdenza sottolinea anche che questa percentuale è in discesa (era al 39,6% nel 2015) “per la possibilità di cumulo di più trattamenti pensionistici”. Al 38,4% vanno invece redditi mensili tra i mille e i duemila euro, oltre i 2mila vanno al 22,5% e oltre 3mila al 6,9%. I beneficiari sono quasi 16,1 milioni (lo 0,7% in meno). I dati sono stati diffusi dall’osservatorio Inps e rivelano che le donne rappresentano la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52,7%), ma gli uomini percepiscono il 55,7% dei redditi pensionistici: l’importo medio dei trattamenti percepiti dalle donne è infatti inferiore rispetto a quello degli uomini del 29% (14.780 contro 20.697 euro).

Nel complesso, le prestazioni del sistema pensionistico italiano nel 2016 sono poco meno di 23 milioni, per un ammontare complessivo annuo di 282.415 milioni di euro, con un importo medio per prestazioni di 12.297 euro.

L’Istituto ha aggiornato anche i numeri sui lavoratori parasubordinati, che registra il tracollo dei collaboratori. Lo scorso anno i parasubordinati sono stati 1.244.463 rispetto al 1.434.856 del 2015 (-13,3%) e 1.721.478 del 2012 (-27,7%). Per quanto riguarda i collaboratori, invece, nel 2016 risultano essere stati 917.525 contro 1.111.648 nel 2015 (-17,5%) e 1.426.365 nel 2012 (-35,6%). Dopo Fornero e Jobs Act, quindi rispetto al 2012, i collaboratori sono scesi di oltre un terzo.

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Osservando poi gli indicatori statistici relativi alla composizione per categoria, si rileva nei primi nove mesi del 2017 una minore incidenza dei trattamenti di invalidità su quelli di vecchiaia rispetto all’analogo valore registrato nell’intero anno 2016. L’andamento è giustificato dai tempi più lunghi di liquidazione delle pensioni d’invalidità oltre che da un aumento nel 2017 del numero dei trattamenti di vecchiaia.

Nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD), nei primi 9 mesi del 2017, si registra un numero di liquidazioni di vecchiaia, di anzianità e anticipate superiore al corrispondente valore del 2016 e tale andamento risulta ancora più marcato per le gestioni degli artigiani e dei commercianti. Risultano liquidati 274.161 trattamenti con decorrenza 2016 e 211.319 con decorrenza da gennaio a settembre 2017.

Tale incremento comporta inoltre una riduzione dell’incidenza delle pensioni di anzianità/anticipate rispetto a quelle di vecchiaia: il rapporto tra pensioni di anzianità/anticipate per 100 pensioni di vecchiaia passa infatti da 97 dell’intero anno 2016 a 91 del periodo gennaio-settembre 2017.

Intanto la Fornero interviene e dice: “Attenzione a cambiare la legge”. Sulla questione è intervenuto anche l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero. L’autrice della riforma che ha innescato l’innalzamento automatico dell’età pensionabile con l’elevarsi dell’aspettativa di vita ha avvertito:

“Non voglio rovinare la festa, ma attenzione a modificare la legge. Non bisogna scaricare i costi sui giovani e sulle generazioni future. Si possono piuttosto considerare eccezioni dal punto di vista sociale”.

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