Cose da sapere sui danni del fumo

Un miliardo di fumatori: 6mila miliardi di sigarette e 6,5 chili di tabacco a testa ogni anno… Le statistiche relative al fumo parlano chiaro i numeri sono in costante aumento. Nei paesi del terzo mondo dal 1970 il consumo di tabacco è cresciuto del 67%, ma anche in tutto il mondo industrializzato. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il 12% delle morti nel mondo tra gli adulti over 30 sono attribuibili al tabacco.

Nel 2004 sono morte 4 milioni di persone a causa del tabacco. Più o meno, una vittima ogni sei secondi. È proprio per questo che la stessa Oms ha indetto, a partire dal 1988, la Giornata mondiale senza tabacco, una ricorrenza con lo scopo di incoraggiare i fumatori ad astenersi per almeno 24 ore dal consumo di tabacco, invitandole a smettere di fumare in via definitiva. Come ogni anno, la Giornata si celebra il 31 maggio: il tema di quest’anno riguarda il contrabbando (“Stop al commercio illecito di prodotti a base di tabacco”, recita lo slogan), che, spiega l’Oms, “è causa di grandi problematiche a livello globale, tra cui effetti negativi sulla salute, sulla legalità, sull’economia e sulla corruzione”.

Secondo gli studi più recenti, il 10% delle sigarette fumate nel mondo proviene da commercio illegale, che costa all’Unione Europea e agli stati membri 10 miliardi di euro l’anno in mancati introiti fiscali e doganali. E rende le bionde più accessibili alla popolazione, specie ai più giovani e ai più poveri, aumentando così le ricadute negative sulla salute dei cittadini. In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, Wired vi propone un recap sugli effetti dell’uso di tabacco sulla salute umana. E vi invita a smettere. O non iniziare.

1. Tumori (Leggi Anche: Prevenire i tumori, otto regole da seguire)
Al polmone, naturalmente. Ma non solo. Secondo le stime dell’Organizzazione della sanità, il 90%-95% dei tumori polmonari è dovuto al fumo di tabacco. In Italia, il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali riporta che il fumo è responsabile del 91% di tutte le morti per cancro al polmone negli uomini e del 55% nelle donne, per un totale di circa 30mila morti l’anno.

Il Center for Disease Control and Prevention statunitense (Cdc) precisa che “il fumo può causare tumori quasi ovunque”. Organi e apparati più a rischio, oltre al polmone, sono vescica, sangue (leucemia mieloide acuta), colon e retto, esofago, rene e uretere, laringe, fegato, orofaringe (cioè parti della gola, della lingua, del palato molle e delle tonsille), pancreas, stomaco, trachea e bronchi. “Se nessuno fumasse”, continua il Cdc, “non avverrebbe una morte su tre dovuta al cancro”.

2. Malattie cardiovascolari e respiratorie
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Il fumo è una delle maggiori cause di malattia delle coronarie e di altri distretti vascolari. E, secondo l’American Heart Association, è il più pericoloso tra i fattori di rischio: complessivamente, infatti, l’incidenza di malattie dell’apparato cardiovascolare nei fumatori è superiore al 70% rispetto ai non fumatori. Nei forti fumatori (due pacchetti o più al giorno) la mortalità sale addirittura al 200%-300% rispetto ai non fumatori.

Tutta colpa della nicotina contenuta nel fumo, che aumenta la pressione sanguigna e il battito cardiaco, provoca la costrizione dei vasi del braccia e delle gambe e causa la formazione di coaguli o trombi che ostruiscono i vasi sanguigni. Di conseguenza, i fumatori hanno più probabilità di soffrire, tra le altre cose, di infarto (la principale causa di morte negli Stati Uniti), aneurisma dell’aorta e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), malattia cronica dell’apparato respiratorio che attualmente è la terza causa di morte nel mondo. E che, secondo alcune stime, è destinata a colpire sempre più persone.

Cose da sapere sui danni del fumo
FOTO: wallpedes.com

3. Disturbi all’apparato riproduttivo (LEGGI ANCHE: Il fumo, principale nemico della virilità maschile)
Sempre in virtù degli effetti sul sistema vascolare, il fumo è strettamente correlato all’insorgenza di disfunzioni erettili negli uomini. Secondo un ampio studio condotto su 2mila uomini del Massachusetts, il fumo amplifica notevolmente il rischio di impotenza (fino al 15% nei soggetti tra 40 e 70 anni). Il tabacco, inoltre, ha effetti negativi sulla qualità del liquido seminale, in termini di densità dello sperma e numero e mobilità degli spermatozoi, e provoca dunque una riduzione della fertilità.

4. Invecchiamento e problemi estetici 
In generale, fumare rende più brutti. Il tabacco, infatti, accelera l’invecchiamento della pelle e provoca un aumento dell’irsutismo del volto e della raucedine. Uno studio americano condotto su coppie di gemelli nel 2013 ha mostrato che chi fuma accumula rughe e borse sotto gli occhi e tende a soffrire di ingiallimento precoce della pelle. Il tabacco, inoltre, provoca alitosi, decolorazione dei denti, aumento di placca e tartaro.

5. Cervello

Diversi studi, infatti, hanno mostrato che il tabagismo, con l’andare del tempo, aumenta il rischio di problemi mentali. Sempre il ministero della Salute riporta che “il vizio del fumo, se protratto per lungo tempo, aumenta notevolmente il rischio di un declino mentale”. Uno studio della University of London ha evidenziato che i soggetti fumatori sono maggiormente soggetti a un danneggiamento dei vasi sanguigni cerebrali, che compromette l’apporto di ossigeno al cervello: per questo motivo, è ritenuto che il fumo possa deteriorare le funzioni cerebrali.

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6. Gravidanza
Il fumo è da evitare sempre. Ancor di più in gravidanza. Il consumo di tabacco, infatti, danneggia l’apparato riproduttivo femminile, provocando menopause più precoci di circa due anni nelle fumatrici a causa di modifiche nella produzione di ormoni sessuali. Fumare in gravidanza comporta un aumento del rischio di aborto, di partorire bambini nati morti e può causare un ritardo di crescita e di sviluppo mentale e polmonare nel nascituro.

7. Gusto e olfatto
Il fumo intacca anche i sensi del gusto e dell’olfatto, perché determina trasformazioni irreversibili nella mucosa orofaringea, in particolare lingua, tonsille e palato. Secondo uno studio condotto dall’Università Aristotele di Salonicco, infatti, la nicotina causa una minore vascolarizzazione delle papille gustative, che diminuiscono in numero e diventano più piatte e quindi meno sensibili ai sapori.

8. Sistema immunitario
Stando a uno studio dei ricercatori della Southwest Foundation for Biomedical Research, in Texas, il fumo causa danni profondi al codice genetico, intaccando oltre trecento geni coinvolti nella funzionalità del sistema immunitario. In particolare, il tabagismo comprometterebbe la risposta immunitaria in generale, i meccanismi di apoptosi cellulare (cioè la morte programmata delle cellule) e il metabolismo delle sostanze estranee, rendendo l’organismo molto più esposto alle minacce di virus e batteri.

9. Ingrassamento
È opinione comune che smettendo di fumare si ingrassi. In realtà, è vero il contrario: uno studio della Bringham Young University di Salt Lake City, pubblicato su American Journal of Physiology, Endocrinology and metabolism, dimostra che il fumo (anche quello passivo) aumenta la resistenza all’insulina, innescando un meccanismo biochimico che, a sua volta, fa sì che il corpo continui a ingrassare.

“La nostra ricerca”, ha spiegato Benjamin Bikman, autore della ricerca, “mostra che tra le risposte al fumo passivo del nostro organismo c’è l’alterazione della sensibilità all’insulina. Una volta che questa continua ad aumentare, si ingrassa”. Quindi, se tenete alla linea, smettete pure senza preoccupazioni.

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10. Sonno
Fumare compromette anche la qualità del sonno. Soprattutto per le donne. Secondo uno studio pubblicato su Sleep Medicine, infatti, la frequenza di insonnia è direttamente proporzionale alla quantità e al tipo di sigarette fumate, e più o meno doppia rispetto ai non fumatori.

Le over 40 che smettono di fumare hanno un miglioramento del sonno e riducono il rischio di soffrire di insonnia. Tutta colpa, ancora una volta, della nicotina, che inibisce il rilascio dei neurotrasmettitori legati al sonno, come la serotonina o il cosiddetto aminoacido gamma-amino-buttirrico) e favorisce il rilascio di quelli legati al risveglio, come la dopamina

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