Ho una domanda per te. Conosci davvero te stesso? 

Tutti noi crediamo di conoscere noi stessi. Ed in parte, questo, è vero: superficialmente ci conosciamo bene. Il nostro colore preferito, la nostra canzone preferita, la stagione che prediligiamo di più e così via. Ma quando ci si domanda qualcosa di più profondo, sappiamo rispondere con la stessa sicurezza e con la stessa facilità? Siamo in grado di rispondere ad una domanda tipo: “Perchè mi viene l’ansia?” o “Perché ho timore di sostenere quell’esame?”. Molto spesso, no, non siamo in grado di rispondere e questo perchè non ci conosciamo bene come crediamo. 

Se vuoi davvero conoscere te stesso, rispondi, domanda dopo domanda, a questo percorso. 

Porsi la giusta domanda e cominciare a riflettere su alcune tematiche ci portano a conoscere meglio la nostra persona e a capire perchè agiamo come agiamo e, volenado e col tempo, a correggere alcuni nostri atteggiamenti che non ci fanno vivere bene. 

Cosa ti ferisce?

Questa domanda serve a comprendere quali sono i comportamenti o le parole che più ti turbano e come reagisci e rispondi all’altro. Oppure serve a capire come, quando c’è un imprevisto reagisci, se con calma o frettolosamente, lasciandoti guidare esclusivamente dalle tue emozioni. 

Questa domanda, insomma, ci fa capire anche se riesci a ottenere il risultato sperato e quando non lo fai, se sai come o cosa potresti fare di diverso.

Ci porta anche a capire (quante risposte una sola domanda, eh!) di cosa hai bisogno e cosa cerchi nelle relazioni con gli altri e quanto del  tuo comportamento può frenare questa ricerca.

Sei nostalgico?

Questa domanda può sembrare stonata, fuori da un senso logico ma in verità è una domanda molto importante da porci, perchè la sua risposta vale più del famoso milione di dollari: la nostalgia è un sentimento estremamente complesso, che combina la tristezza della perdita con la consolazione di un ricordo fugace. Se ti ritrovi ad essere una persona nostalgica, che spesso vive con la tristezza in sottofondo per ciò che poteva essere e non è stato, sappi che stai nascondendo a te stesso alcune verità sul tuo passato, che vanno portate a galla e superate. Te lo meriti. 

Sei puntuale o ritardatario?

Questa domanda ci serve a capire se siamo adulti che prima erano bambini ubbidienti o disubbidienti.

Chi è puntuale gioca il ruolo del bambino modello, che si affanna per fare tutto bene ed essere accettato mentre chi è sempre in ritardo, veste i panni del bambino ribelle. Per il ritardatario cronico, la persona con cui ha appuntamento evoca quel genitore autoritario a cui si doveva per forza ubbidire. 

Quali ruoli osservi nelle tue relazioni?

Questa è una domanda un po’ complessa a cui rispondere, ma vediamo insieme come fare e farlo al meglio.

Ogni volta che interagisci con qualcuno, chiediti: quale ruolo stai assumendo? Ci sono dinamiche di potere? Senti di avere il controllo o essere in balia della situazione? Sei tendente all’arroganza o all’eccessiva umiltà? 

Perché gli psicologi parlano di maschere e di ruoli cuciti addosso? Perché queste modalità non riflettono chi siamo ma solo ciò che siamo stati costretti a essere in un periodo limitato della nostra vita. Poi, però, abbiamo imparato a relazionarci così con tutti, senza più badare a chi avevamo di fronte.

Come liberarti delle maschere che ti hanno messo ed essere finalmente te stesso

Siamo tutti il frutto del nostro passato, possiamo però non limitarci a “essere la conseguenza di quello che è stato”, ma regalarci la possibilità di essere semplicemente come meritiamo di essere, togliere via le maschere che gli altri ci hanno messo, eliminare etichette e ruoli rigidi per esplorare ciò che abbiamo davvero dentro.

Ce lo meritiamo davvero.

error: Questo contenuto è coperto da diritto d\'autore