Terremoto. Il procuratore: 'Nei palazzi c'è più sabbia che cemento'

Dopo il terribile terremoto che si è verificato nel centro sud lo scorso 24 agosto si continua a ancora a scavare sotto le macerie. Il paese di Amatrice è ormai distrutto e dopo i funerali di eri, gli sfollati sono ancora spaventato e disorientati a causa delle continue scosse e della tragedia in atto. Tuttavia è però giunto il momento di fare chiarezza e di capire come mai strutture nuove e norma siano crollate con tanta facilità. Una scuola elementare appena ristrutturata si è praticamente sbriciolata, case che crollano sotto il peso di soffitti in cemento armato poggiati sopra fragili mura di sassi. Palazzine dai tramezzi con più sabbia che malta. Il procuratore capo di Rieti Giuseppe Sapeva non trova chiarezza in tutto questo e dice:

“No, quanto accaduto non può essere considerato solo frutto della fatalità”. L’uomo che, in queste ore, deve trovare la risposta più difficile: c’è una responsabilità “altra” per la strage dei 281 morti causata dal terremoto? “L’esperienza e la logica ci dicono che, ad Amatrice, le faglie hanno fatto tragicamente il loro lavoro. E questo si chiama destino. Ma se gli edifici fossero stati costruiti come in Giappone, non sarebbero crollati”.

ED-img7858895-675x878Chiuso nel suo ufficio di Rieti, Sapeva sta ricontrollando per l’ennesima volta la lista dei morti accertati sulla sua scrivania. “Sono loro, per ora, la mia priorità”. Le salme. Da identificare ufficialmente, da sottoporre ad esame medico- legale una per una. “Tutte le nostre risorse sono impegnate su questo fronte”. Ma il procuratore, che ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo, sa bene la mole di lavoro che lo aspetta.

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Sotto le macerie ci sono anche le carte su cui si baserà l’indagine della procura di Rieti, affidata a un pool di quattro magistrati. Sono i documenti raccolti dagli uffici tecnici di Amatrice e Accumoli, dove il campanile della chiesa è caduto. Permessi di costruzione, autorizzazioni, adeguamenti antisismici, progetti esecutivi, collaudi, relazioni dei direttori dei lavori. In sintesi, la vita burocratica di ogni edificio, di ogni appartamento, di ogni palazzo di questo territorio inserito dai geologi nella zona rossa, rischio sismico massimo.

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1Gherardo Gotti, L’ingegnere che segnala i lavori sospetti su Facebook

Ha preso in rete le foto degli edifici crollati e ne ha analizzato, da ingegnere qual è, il comportamento durante il sisma. “Per placare un po’ quel senso di impotenza… Sono lontano, non posso fare altro” scrive Gherardo Gotti di Pieve di Cento (Bologna).

La sua pagina Facebook è stata visitata da migliaia di persone. Normative vecchie e lacunose, materiali poveri come le pietre e la terra di cui è ricca la zona, scelte ingegneristiche che si sono rivelate perdenti. Tutto mostrano, secondo l’ingegnere, quei brandelli di cemento penzolanti

. “Il mio interesse iniziò – spiega Gotti, che ha 32 anni ed è un libero professionista – all’università, quando il nostro professore ci portò due giorni in visita alle macerie de L’Aquila”.

Durante il sisma dell’Emilia, la sua terra, Gotti ha accompagnato i Vigili del fuoco come volontario nelle perlustrazioni. Anche questa volta ha dato la sua disponibilità. “Se mi chiameranno, sono pronto a partire”.

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