Paulo Coelho, Non ti arrendere mai. Di solito è l'ultima chiave che apre la porta

“Non ti arrendere mai. Di solito è l’ultima chiave del mazzo di chiave che apre la porta”. Con questa frase, l’autore contemporaneo Paulo Coelho ha voluto lasciare tante lezioni di vita ai suoi lettori, anche invitando ad avere forza e coraggio, e a credere nella speranza e nella resistenza del vero amore.

Bisogna combattere per raggiungere i propri obiettivi e i propri sogni e a volte non bisogna lasciarsi prendere dal panico e dalla paura della sconfitta; a volte, è proprio l’ultima chiave del mazzo ad aprire la porta giusta. Nei suoi scritti Paulo Coelho parla di amore, di vita, di forza e di sentimenti. I suoi scritti sono un vero toccasana per l’anima inquieta e disperata. Una lettura che ti prende e che ti trascina e ti insegna a vivere la vita in modo più leggero e felice.

Paulo Coelho, Non ti arrendere mai. Di solito è l'ultima chiave che apre la porta

“Chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia”…

Paulo Coelho è uno scrittore e blogger brasiliano nato a Rio de Janeiro il 24 agosto del 1947. Coelho sin da giovanissimo ha mostrato una vocazione artistica ed una sensibilità fuori dal comune. Nel 1971 conosce Raul Seixas, poeta e cantante ribelle, delle cui tre opere pubblicate tra il 1973 e il 1976 scriverà le presentazioni.

“Secondo la tradizione, nell’attimo che precede la morte, ognuno di noi conosce il vero motivo dell’esistenza. È in quel momento che si materializzano l’Inferno e il Paradiso. L’Inferno è guardarsi indietro in quella frazione di secondo e scoprire di aver sprecato l’occasione per rendere degno il miracolo della vita. Il Paradiso è saper affermare in quell’istante: “Ho commesso alcuni errori, ma non sono stato un vigliacco. Ho vissuto appieno la vita e mi sono prodigato in ogni mia azione”…

Nel 1982 pubblica a sue spese Arquivos do Inferno, ma riscuote poco successo sul mercato. Nel 1986 pubblica Manual pratico do Vampirismo ma lo fece ritirare dal mercato poco dopo perché lo considerò scritto male e di bassa qualità.

“Lo specchio riflette in modo esatto: non commette errori perché non pensa. Pensare significa essenzialmente commettere errori”.

Come lui stesso riferisce, comincia in questi anni a dedicarsi alle arti magiche, spinto dall’angoscia esistenziale e dalla prospettiva infelice «che un giorno tutto sarebbe finito». Continua a leggere qui

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