Marco: Il chirurgo sulla sedia a rotelle che opera i pazienti

Dopo l’incidente il chirurgo Marco Dolfin ha deciso di reagire e di non cambiare la sua vita in un modo davvero unico. Questo medico, di 34 anni, oggi è costretto su una sedia a rotelle dopo un scontro frontale che gli ha fatto perdere l’uso di entrambe le gambe, è stato più forte di tutto. Al sito Avvenire.it. il medico ha voluto raccontare la sua incredibile storia. “Tutti i minuti della giornata ti trovi a doverti cucire addosso una vita nuova e a volte getteresti la spugna, per fortuna io e mia moglie, la persona più importante del mondo in questa battaglia, la gettavamo a tempi alternati, anche oggi quando uno cede l’altro trascina”.

“Quanto ai colleghi ho prevenuto qualsiasi loro dubbio mettendoli davanti al fatto compiuto: ho ripreso a fare tutto, anche le protesi d’anca e il ginocchio, che erano l’incognita più grossa”.

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In più, grazie alla fisioterapia, Dolfin ha avuto la possibilità di riprendere il suo sport preferito, il nuoto. Colleziona ori in quasi tutte le categorie e si prepara per le Olimpiadi di Rio del 2016. Rimangono ovviamente alcuni problemi di ordine pratico e momenti di sconforto nella vita di Dolfin, ma Marco non perde la fiducia: “non ringrazio per l’incidente, ma le cose succedono e prima te le fai andare bene meglio è”. Il chirurgo ha accettato la sua nuova vita, adattando tutto quello che faceva già prima alla sua condizione mutata. E’ così che è riuscito a non farsi sopraffare dalla malattia, come capita a tanti, mantenendo stabile il suo universo, sempre sostenuto dalla sua famiglia e con la sua passione per il lavoro come stella polare.

Marco: Il chirurgo sulla sedia a rotelle che opera i pazienti

Oggi Dolfin è in grado di operare come prima, grazie a una carrozzina adattata alle sue esigenze che gli permette di lavorare in ogni posizione intermedia tra seduto e completamente eretto, stabilizzandolo e permettendogli di utilizzare con sicurezza gli attrezzi del suo mestiere, seghe, martelli e scalpelli, e di far forza, come richiede la chirurgia ortopedica. Il primo ad essere diffidente alla ripresa del lavoro lui stesso, più dei pazienti.

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