Lettera d’amore a me stessa? Suona così banale!

E invece, credimi, non lo è affatto. Una lettera a noi stessi è un potente mezzo che ci tira su il morale, ci fa sentire più belle e ci fa stare meglio con noi stesse. E come possiamo dare il meglio di noi se non stiamo bene con noi stessi? Viviamo un’epoca fatta quasi esclusivamente di immagine, dove se abbiamo i capelli non a posto è un problema, se abbiamo qualche Kg in più ci emarginiamo fino al nostro ritorno in perfetta forma, se diciamo qualche parola non gradita ci sentiamo sbagliati e veniamo tagliati fuori persino da chi consideravamo amici, se non soddisfiamo i bisogni altrui ci vengono i sensi di colpa e invece se siamo poco felici, frustrati, delusi, ansiosi…finché riusciamo a reggere va bene così. Ma no, non va affatto bene così: dobbiamo imparare a prenderci cura di noi stesse e possiamo farlo annche con una lettera a noi stesse. Se lo facciamo col partner, con l’amica, la collega, la sorella perchè non possiamo farlo con noi stesse, in fondo? 

Prendersi cura di sé può sembrare una cosa difficile, strana, quasi innaturale soprattutto per chi è abituato a mettere da parte le proprie necessità e ad annullarsi per far star bene gli altri ma concedersi del tempo per prendersi cura di se stessi, invece, è fondamentale perché innesca un meccanismo virtuoso: prendersi cura di sé per prendersi cura degli altri.

Foto di Álvaro Serrano su Unsplash

La lettera 

Ma come deve essere strutturata questa lettera a noi stesse? Cosa deve contenere? Coma va redatta?

Partiamo col dire che la lettera a se stessi dovrebbe essere una vera e propria lettera d’amore: lo scopo è proprio quello di ritrovare, attraverso la lettera, vera attenzione e affetto per noi stessi che siamo sempre proiettati sugli altri: se siamo figli, ci sentiamo di non dover trascurare i nostri genitori che hanno fatto tanto per noi; se siamo genitori, i nostri figli costituiscono la priorità, insieme al benessere del nostro compagno o compagna. Infine, ci sono gli amici a cui non vorremmo mai negare un favore o un sostegno.

Manca qualcuno? Dimmelo tu. 

Come strutturare la lettera

Inizierei con un bel “Cara me, ti va di guardarti dentro?”

Ogni giorno ci tocca fare i conti con noi stesse, con le nostre indecisioni, le nostre emozioni, i nostri sentimenti; con tutto ciò che ti trasciniamo dal passato. E pensiamo: cosa ci ho guadagnato? Beh, scriviamocelo in questa meravigliosa epistola a noi stesse.

Proseguirei poi con un gran bel “Non sei sbagliata”. Non è sbagliato il cercare amore, conforto e comprensione. Non è sbagliato il non volersi accontentare. 

Dobbiamo ricordare, invece, che siamo proprio giuste per le nostre vite, che siamo quello che ci vuole e che quella precisa situazione che ci mette in difficoltà è proprio quella che ci serve per crescere e fare un passo in avanti.

I paragoni non servono a nulla, perché ogni persona è unica. Perché noi e soltanto noi possiamo essere la variabile che può rendere la nostra vita uno spettacolo. 

Conclusione

Concluderei con un “Non ignorarti”, con un prenditi i tuoi tempi, i tuoi momenti e coccolati. Prendiamoci cura delle nostre fragilità, delle nostrte frustrazioni, delle nostre sofferenze. E soprattutto non adattiamoci a chi ci vuole diverse. Volerci doverse significa aver paura di abbracciare la nostra natura più autentica. Chi ci vuole davvero saprà cogliere la parte più bella di noi, quella parte così preziosa, così immensa che se decidessi di sparire in punta di piedi farà un rumore così forte nell’anima, da lasciare un vuoto così grosso nel cuore di chi ti ha conosciuta.

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