Il ponte italiano pieno di crepe che sta per crollare

Nessuno si è mai calato a guardare tra quegli anfratti, per capire se le crepe che si sono aperte in superficie abbiano una spiegazione alle radici…

Cingoli viene chiamata la terrazza delle Marche, ma è famosa anche per abbeverare un’ampia porzione di entroterra maceratese, fino ai piedi del Conero, Sirolo, Numana. Marche, incubo Vajont: «Viadotto a rischio crollo» È il lago artificiale di Castreccioni, con la sua diga, a generare acqua potabile per quasi centomila persone. Sopra il lago passano quattro ponti, e il più grande, un viadotto, soffre di difetti strutturali dalla nascita. Lo si è scoperto tardi, a ditta fallita, quando la Protezione Civile ha definito il viadotto a grave rischio in caso di eventi sismico, con una probabilità di tenuta «del 16%». Era il 2012. Sono passati quattro anni e il terremoto è arrivato.

Il sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, si affaccia ogni giorno dalla provinciale che risale verso Apiro e scatta una sequenza fotografica alle crepe del ponte. «Le vediamo infittite da dieci giorni». L’attività del primo cittadino è diventata un’ossessione dal terremoto del 24 agosto, e si è arrovellata con la sequenza sismica successiva, che sta serrando la provincia di Macerata in una tenaglia.

Il ponte italiano pieno di crepe che sta per crollare

Ha scritto a Regione e governo «direttamente al presidente Renzi», perché «un piccolo Comune come il nostro non può sostenere verifiche di questa portata ai pilastri.

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