Fa più male la marijuana o l’alcol? Arriva la risposta della scienza

Preservare la propria salute è necessario e ci sono alcuni comportamenti scorretti che andrebbero evitati, come ad esempio il consumo di marijuana o l’alcol. Ma il problema è anche un’altro: quale dei due fa più male?

La scienza, che si è interessata alla questione, ha dato un’ottima risposta. secondo il CDC (Center for Disease Control and Prevention), sono state riscontrate solo nell’anno passato circa 30.000 persone sono morte per cause legate all’alcol negli Stati Uniti, senza però contare gli incidenti o gli omicidi legati all’abuso.

Al contrario, secondo la DEA (Drug Enforcement Administration), non sarebbe stato riscontrato nessun decesso da parte dei consumatori di cannabis. Il dato è interessante e fa riflettere. Anche uno studio pubblicato sull’American Journal of Public Health, dimostra che gli utilizzatori sani di marijuana hanno meno probabilità di morire precocemente rispetto agli uomini e alle donne sani che non hanno mai fumato dell’erba. Anche se la cannabis, potrebbe causare danni al cuore, visto che tende ad aumentare la frequenza cardiaca, non è causa di morte. Inoltre, i sostenitori della politica proibizionista, hanno dichiarato che consumare cannabis, specie per gli adolescenti è gravemente dannoso, soprattutto per gli effetti “lesivi” dei cannabinoidi sul cervello. A quanto pare, sono invece gli adolescenti che consumano alcol che rischiano di compromettere maggiormente lo sviluppo del tessuto cerebrale, mentre non sembra essere tanto in pericolo chi consuma, anche periodicamente marijuana.

Alcuni studi hanno invece osservato che assumere marijuana dopo aver bevuto troppo potrebbe limitare i danni al fegato.
Il problema è che la marijuana impedisce il vomito. Quindi, mentre gli studi che mostrano l’effetto deleterio di alcool su adolescenti e adulti sono stati più coerenti, studi sugli effetti della marijuana portano spesso a risultati contrastanti.

Fa più male la marijuana o l’alcol? Arriva la risposta della scienza

Inoltre, anche l’Istat ha fotografato la situazione riguardo i consumi di alcool e ha rilevato che nel 2016 si stima che i consumatori giornalieri di bevande alcoliche siano il 21,4% della popolazione di 11 anni e più, confermando il trend strutturale discendente degli ultimi dieci anni. Continua invece ad aumentare la quota di coloro che consumano alcol occasionalmente e che bevono alcolici fuori dai pasti. La popolazione giovane (18-24 anni) è quella più a rischio per il binge drinking, frequente soprattutto durante momenti di socializzazione, come dichiara il 17,0% dei ragazzi (21,8% dei maschi e 11,7% delle femmine).

Da sapere anche che quando si parla di “erba” bisogna fare un pò di ordine. La marijuana è una sostanza psicoattiva che si ottiene facendo essiccare le infiorescenze della Cannabis sativa, però non tutte le varietà di questa pianta sono sfruttate a scopo ricreativo: solo quelle che appartengono al genotipo THCAS hanno effetti psicoattivi dovuti al contenuto di tetraidrocannabinolo (THC), una sostanza psicotropa che provoca euforia, rilassamento, appetito, disorientamento spazio temporale. Se il normale contenuto di THC in una pianta di cannabis è pari al 5-8%, ora sono subentrate colture intensive di varietà che possono arrivare al 38% di THC, cioè di 5 o 6 volte di più.

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