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Pensione Opzione donna. Cosa cambia dal mese di giugno

Dalla politica alle pensioni, dopo gli ultimi colpi di scena in Italia delle ultime ore arrivano novità anche per quanto riguarda la pensione e in particolare modo riguardo alla Pensione Opzione donna. Dal mese di giugno ci saranno interessanti novità per tutte le donne lavoratrici. Ma di cosa si tratta?

Se fino a qualche giorno fa sembrava tutto pronto per far partire Opzione Donna, cioè il pensionamento con quota 100 e la quiescenza dopo 41 anni di contributi, adesso il passo indietro sul fronte previdenziale è praticamente certo, dopo gli ultimi avvenimenti politici e il fallimento della proposta del governo giallo verde. Infatti, la proroga di Opzione Donna al 31 dicembre 2018 sarebbe stato proprio uno dei primi provvedimenti del nuovo governo Salvini- Di Maio.

Il regime sperimentale donna, cosiddetta opzione donna, è un beneficio che consente alle lavoratrici di ottenere la pensione di anzianità con requisiti anagrafici più favorevoli rispetto a quelli in vigore dal 1° gennaio 2008 in poi. Il regime spetta alle lavoratrici dipendenti e autonome in possesso di anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, che non abbiano altrimenti maturato il diritto a pensione di anzianità o in possesso di anzianità contributiva inferiore ai 18 anni al 31 dicembre 1995, che non abbiano optato per la liquidazione della pensione esclusivamente con le regole del sistema contributivo.

Ricordiamo che tale modalità di pensionamento venne introdotta per la prima volta dalla Legge n. 243/2004, ed è una misura che consente alle lavoratrici dipendenti e autonome di andare in pensione anticipata rispettivamente a 57 e 58 anni se possiedono almeno 35 anni di contributi. L’adeguamento alla speranza di vita ha fatto progressivamente salire l’età pensionabile tramite opzione donna a 57 anni e 7 mesi per le dipendenti e a 58 anni e 7 mesi per le autonome.

La recente Legge di Stabilità 2017 ha esteso però la data entro la quale si devono maturare i requisiti di età e di richiesti dal 31 dicembre 2015 al 31 luglio 2016. I 35 anni di contributi, invece, devono essere stati maturati come prima alla data del 31 dicembre 2015. L’interrogazione parlamentare promossa negli ultimi mesi avrebbe potuto quindi portare a una proroga dell’Opzione donna per tutto il prossimo anno. In particolare, si stava pensando di posticipare le date di maturazione dei requisiti al 31 dicembre 2018.

Chi decideva di avvalersi dell’Opzione si vedeva infatti calcolare l’importo della pensione interamente con le regole del sistema contributivo. Questo avrebbe portato ad una decurtazione dell’assegno molto rilevante, soprattutto per le lavoratrici che negli ultimi anni hanno percepito uno stipendio più alto: le stime ufficiali parlano di tagli fino al 27%. Insomma, molte donne non troveranno di certo piacevole le ultime scelte politiche dato il loro andamento pensionistico in bilico.

Fonte Inps