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Pensione anticipata per motivi di salute. Si può?

Ex possibile richiedere la pensione anticipata per motivi di salute? Chi può richiederla e cosa comporta nello specifico? Secondo le norme vigenti, per poter accedere alla pensione con anticipo per vari motivi legati allo stato di salute, è necessario che che vi sia almeno una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore all’80% collegata ad un’invalidità pari o superiore al 74%.

Però, solo i soggetti che rientrano in questa categoria hanno diritto ad una riduzione degli anni di contributi e dell’età anagrafica per accedere alla pensione. Per i soggetti con invalidità pari o superiore al 74%, infatti, è previsto uno sconto contributivo pari a 2 mesi l’anno per un massimo di 5 anni e per i soggetti con invalidità superiore all’80% c’è la possibilità della pensione di vecchiaia anticipata (55 anni e 7 mesi per le donne e 60 anni e 7 mesi per gli uomini).

Ma a questo si aggiunge anche lxApe sociale. Che cosa è nello specifico e chi può richiederlo? Vale anche per lo stato di salute? Vediamo per ordine: Lxindennità c.d. APE sociale spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, nonché alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1996, i quali si trovino nelle seguenti condizioni:

disoccupati che hanno finito integralmente di percepire, da almeno tre mesi, la prestazione per la disoccupazione loro spettante. Lo stato di disoccupazione deve essere conseguente alla cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nellxambito della procedura obbligatoria di conciliazione prevista per i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604;
soggetti che al momento della richiesta e da almeno sei mesi assistono il coniuge, l’unito civilmente o un parente di primo grado convivente (genitore, figlio) con handicap grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%; dipendenti che svolgono o abbiano svolto da almeno sei anni in via continuativa una o più delle attività lavorative.

Tali attività si intendono quelle che vengono svolte in via continuativa quando le medesime non abbiano subito interruzione nei sei anni precedenti il momento della decorrenza dellxAPE sociale per un periodo complessivamente superiore a dodici mesi ed a condizione che le attività lavorative siano state svolte nel settimo anno precedente la predetta decorrenza, per una durata almeno pari all’interruzione predetta. Comportano l’interruzione della suddetta continuità i periodi di svolgimento di attività diverse da quelle gravose di cui sopra e i periodi di inoccupazione.

operai dellxindustria estrattiva, dellxedilizia e della manutenzione degli edifici; conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce; conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; conduttori di mezzi pesanti e camion; personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti allxassistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
insegnanti della scuola dellxinfanzia ed educatori degli asili nido; facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

I soggetti che risultano impossibilitati a svolgere nel futuro qualsiasi attività lavorativa hanno diritto a ricevere, se abbiano versato almeno cinque anni di contributi (di cui tre nell’ultimo quinquennio), una pensione anticipata per motivi di salute chiamata pensione di inabilità ordinaria, che non va confusa con quella di invalidità ordinaria di cui abbiamo già parlato.

Fonte Inps