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Onu: le donne guadagnano il 23% in meno rispetto agli uomini

Ormai è un dato di fatto: Le donne guadagnano meno degli uomini e a ribadirlo è stato anche lxOnu che ha parlato di una situazione insostenibile. Secondo i dati oltre il il 23% in meno rispetto ai colleghi maschi. Secondo le Nazioni Unite, si tratta del più grande furto della storia.

LxOsservatorio Jopricing, che prende in esame la retribuzione lorda annua nel settore del privato, calcola la differenza nellxordine del 12% dello stipendio, circa 3mila euro. Il consigliere dellxOrganizzazione, Anuradha Seth ha detto in un convegno: xNon esiste un solo paese, nè un solo settore in cui le donne abbiano gli stessi stipendi degli uominix. Ricordiamo che questo enorme divario salariale è dovuto a numerosi fattori. Non solo in alcuni casi le dipendenti donne effettivamente hanno uno stipendio inferiore a quello degli uomini ma in molti casi, la loro condizione di donna in un modo o nellxaltro le penalizza. Parliamo della gravidanza, della famiglia e delle ore in meno che lavora dopo la creazione di una famiglia, facendo così arricchire maggiormente gli uomini, sia il marito che i colleghi. Il divario salariale è dovuto anche lxaccumulo di altri numerosi fattori come la sottovalutazione del lavoro delle donne alla mancata remunerazione del lavoro domestico, dalla minore partecipazione al mercato del lavoro al livello di qualifiche assunte.

Tra i membri dellxOrganizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), vi sono paesi con una differenza inferiore al 5% come Costa Rica o Lussemburgo e altri fino al 36% come la Corea del Sud. I confronti sono complicati, dal momento che i numeri cambiano a seconda della fonte e della metodologia, come visto sopra per il caso italiano. In Spagna, ad esempio, il divario è dellx11,5% secondo i dati del 2014 utilizzati dallxOcse, e del 24% secondo i dati di un rapporto pubblicato un anno fa dal sindacato Ugt. Secondo i più recenti calcoli dellxOcse, in Giappone il divario è del 25,7%, negli Usa del 18,9%, nel Regno Unito del 17.1%, in Germania del 15,7%. La differenza di salario tra uomini e donne si amplia generalmente in relazione allxetà, soprattutto quando le donne hanno figli.

Secondo i dati dellxOrganizzazione internazionale del lavoro del 2015, il 76,1% degli uomini in età lavorativa fa parte della popolazione attiva, mentre la percentuale è del 49,6% nel caso delle donne. Al ritmo attuale, avverte lxOnu, ci vorranno più di 70 anni per porre fine al divario salariale tra uomini e donne.

Insomma, se la donna sta in casa non viene pagata, né dallo stato, né dal marito ma rispetto a tutti, però, è quella a dover faticare di più per riuscire a portare avanti una famiglia intera. Se la donna lavora, dovrà comunque rinunciare a una parte del suo stipendio per cercare aiuto per la manutenzione della casa e lxeducazione dei figli. Se la donna va in maternità rinuncia anche ad una serie di opportunità di avanzare di carriera facilitando così i colleghi. Anche il welfare in questo caso ha un grande valore ed importanza nella nascita di questi dislivelli economici. Lo stato, infatti dovrebbe creare delle forme per agevolare le donne nel portare avanti sia il lavoro che la famiglia, costruendo, ad esempio, asili negli uffici, sviluppando lo smartworking da casa, e dando tutta una serie di agevolazioni per far si che anche le aziende sviluppino un senso di grande rispetto per il lavoro femminile.