Negozi, il 59% degli italiani è favorevole alla chiusura nei giorni festivi

Negozi aperti durante i giorni di festa si o no? Secondo i dati della Confesercenti sarebbero ben il 59% gli italiani favorevoli alla chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi. Una scelta che va negativamente la scelta dei produttori e delle grandi catene di grandi distribuzioni che puntano ai negozi aperti quasi h24.

Secondo l’ultimo sondaggio di Confesercenti quindi il 59% si dice favorevole ad introdurre una limitazione delle aperture delle attività commerciali almeno in occasione delle principali celebrazioni nazionali, come Natale, Capodanno, Pasqua, 25 aprile ed il prossimo 1 maggio, giornata in cui solo 2 intervistati su 10 progettano di fare acquisti. Insomma, sono giorni di festa e come giusto tutti dovrebbero poterlo trascorrere in famiglia. Lo sesso vale per quei consumatori che invece non rinuncerebbero nemmeno ad una domenica per fare acquisti.

Insomma, si sta perdendo il senso dello stare insieme, dello stare a casa, dello stare all’aperto, ormai si pensa solo a comprare a soddisfare la voglia di bisogni indotti, ad apparire e a pensare che senza l’oggetto del momento non ci sia pià popolarità. La stessa Confesercenti in una nota ha detto la sua: “La liberalizzazione delle aperture delle attività commerciali, introdotta dal governo Monti a partire dall’1 gennaio 2012, prevede la possibilità di rimanere aperti sempre, anche a Pasqua e Natale. Obiettivo dichiarato del provvedimento, l’aumento delle occasioni d’acquisto per i consumatori e il conseguente impulso a consumi ed occupazioni”. Ad oggi, in media, un consumatore approfitta delle liberalizzazioni 10 giorni l’anno, sui circa 60 ‘in più’ resi disponibili dalla deregulation tra domeniche e feste comandate. Lo spostamento dello shopping dai giorni feriali a quelli festivi non ha, però, prodotto lo sperato aumento degli acquisti: nel 2017 le vendite del commercio al dettaglio sono ancora inferiori di oltre 5 miliardi di euro rispetto ai livelli del 2011, ultimo anno prima della liberalizzazione.

Ricordiamo che anche la chiesa più volte si è espressa sulla questione, ovviamente a favore delle chiusure nei giorni festivi e durante le varie ricorrenze religiose. Il tutto anche a favore del ricongiungimento del nucleo familiare, ormai sempre più diviso per via dei numerosi impegni di genitori e figli durante tutta la settimana.

Negozi, il 59% degli italiani è favorevole alla chiusura nei giorni festivi

“È chiaro che lì dove c’è bisogno, come nelle mete turistiche, è necessario che le attività commerciali siano aperte. Ma dove non c’è bisogno, la deregulation si è trasformata in un obbligo competitivo che ha favorito i grandi e schiacciato lavoratori e piccoli imprenditori. La nostra è una proposta equilibrata”, sottolinea Confesercenti, “che ha già raccolto il favore di alcune forze politiche. Il testo è alla Camera e adesso, con il nuovo Parlamento, è tornato in cima alla lista delle leggi che aspettano il prossimo esecutivo: deve solo essere trasformato in legge”.

Fonte: Confesercenti

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