McDonald’s a piazza San Pietro. Protestano commercianti e cardinali

Arriva anche a piazza San Pietro la famosa catena di fast food McDonald’s, anche se a qualcuno questa scelta proprio non piace! Lo sbarco, ancora in cantiere, del colosso americano dei fast-food in un locale da tempo sfitto di un palazzo di proprietà del Vaticano, che si estende su Borgo Pio da un lato e su via del Mascherino dall’altro, irrita parecchio anche i cardinali che lì risiedono.

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McDonald’s a piazza San Pietro. Protestano commercianti e cardinali

Tutto nasce da una lettera spedita quest’estate agli inquilini dello stabile con ingresso in piazza della Città Leonina, tra cui i cardinali Gianfranco Ravasi, Giuseppe Versaldi, Gilberto Agustoni, Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Dario Castrillon Hoyos e Manuel Monteiro de Castro, con cui l’Apsa comunicava loro che gli sarebbe stato decurtato dall’indennità il costo di “lavori in corso” nello stabile.

Perché la McDonald’s possa però effettivamente aprire i battenti e sfornare i suoi famosi hamburger, l’Apsa ha dovuto predisporre lavori, oltre che di ristrutturazione, anche per la realizzazione di una canna fumaria. Struttura necessaria, che si è potuta costruire sfruttando un vano ascensore presente nell’edificio ma inutilizzato.

Nell’adiacente ala dello stesso stabile risiedono altri cardinali, come Ger Ludwig Mueller (nell’appartamento abitato prima di lui da Joseph Ratzinger), Lorenzo Baldisseri, Angelo Amato, Walter Kasper, Mauro Piacenza, ma loro non sono stati interessati dalla richiesta di contribuire ai lavori. Allo stato attuale, tra l’altro, l’edificazione della canna fumaria rappresenterebbe un ipotetico abuso edilizio, dal momento che la normativa italiana non consente strutture di quel tipo nel rione Borgo Pio e l’immobile, anche se di proprietà vaticana, non gode dell’extraterritorialità poiché i suoi locali non sono adibiti ad uso ufficio ma ad uso abitativo.

Ecco che dunque l’Apsa, per coprire il costo dei lavori straordinari, ha pensato bene di farlo con una decurtazione dall’indennità dei cardinali residenti nello stabile. Una modalità che non è andata giù ai porporati interessati che si sono lamentati non tanto, dicono, per la spesa imprevista, quanto per il modo in cui si è voluto procedere.

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