Manovra, in arrivo 50 milioni per lo sblocco assunzioni dei ricercatori precari

Grazie alle ultime decisioni in senato , con la manovra c’è il via libera alla somma di 50 milioni per lo sblocco assunzioni dei ricercatori precari universitari.

Il governo dovrebbe porre la fiducia sul maxiemendamento che recepirà le modifiche approvate. C’è però finalmente l’ok all’emendamento Pd alla manovra che “mette a disposizione 10 milioni per il 2018 e 50 milioni a decorrere dal 2019 per lo sblocco delle assunzioni dei ricercatori precari. Lo annunciano, in una nota, la Ministra della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli.

Questa fase, consentirà dal 2019, di “assumere fino a 2.170 unità” negli enti di ricerca, tenendo conto che già la riforma della P.a permette “l’assunzione a tutti quegli enti che già dispongono di risorse stabili”. Complessivamente, quindi, la norma a regime dal 2019 garantirà che con questo fondo si possano assumere fino a 2.170 unità , tenendo comunque conto che già la norma Madia consente l’assunzione a tutti quegli enti che già dispongono di risorse stabili.

Infatti il fondo in “cofinanziamento”, spiegano le ministre della P.a, Marianna Madia, e dell’Istruzione, Valeria Fedeli, consente “la trasformazione” da tempo determinato a indeterminato “di circa 420 ricercatori e tecnologi nel 2018 e nel 2019 potranno essere assunti ulteriori 1.750”. Si tratta in questo caso di 500 unità di personale di tutti i profili (ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi), di cui 411 precari i cui contratti potranno essere trasformati a tempo indeterminato e 89 precari che potranno partecipare alla riserva di posti da bandire nel triennio 2018-2020.

Una boccata d’aria dunque per la ricerca e e per i ricercatori. Ricordiamo che l’Università e la Ricerca in Italia dal 2008 ad oggi non hanno mostrato grandi miglioramenti tranne questo e ogni anno si discute del fatto che i fondi sono insufficienti, ma al contempo ogni anno si rileva che la produzione scientifica resta fra le migliori al mondo.

Questo potrebbe essere stato uno dei motivi che ha portato finalmente il governo alla scelta di misure più idonee per queste figure professionali. Soddisfatta l’associazione l’Associazione Precari della Ricerca Italiani APRI.

D’accordo da tempo sulla battaglia dei ricercatori precari anche il Miur, che durante l’incontro con una delegazione dei manifestanti nel mese scorso, ha assicurato, ferma restando l’autonomia degli enti di ricerca, il proprio impegno per chiedere al Tesoro lo stanziamento di fondi finalizzati e vincolati alla stabilizzazione dei precari.

Manovra, in arrivo 50 milioni per lo sblocco assunzioni dei ricercatori precari

Ricordiamo che il grosso dei precari della ricerca comprende gli assegnisti, i dottorandi e i borsisti. Sulle prime due categorie il Miur fornisce dati abbastanza aggiornati: 13.350 assegnisti e 31.651 dottorandi (. Mentre i borsisti non si possono neppure quantificare. Dal 2010 al 2016, sono quasi 43mila i giovani che sono stati titolari di un assegno di ricerca. Il grosso dei quali (il 93 per cento, pari a 40mila soggetti) dopo uno o più assegni ora è fuori dal giro. Insomma, c’era davvero bisogno di una boccata d’aria per la ricerca italiana, che da anni fa invidia a tutto il mondo.

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