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Mamma e medico in Svezia. Silvia: ‘Lo Stato ti aiuta in tutto’

Mamma Silvia adesso è felice: “Io ho una specializzazione in medicina interna, mio marito è meteorologo, l’Italia aveva ben poco da offrirci se non (a me) un contratto a milleduecento euro con partita Iva e a mio marito un posto sicuro ma senza prospettive.

Così ci siamo detti: partiamo. Inizialmente avevamo pensato agli Usa, poi a Dubai, poi alla Svizzera e alla Germania. Ma un giorno una ragazza svedese ci ha suggerito di fare domanda in Svezia, così mio marito ha preso contatto con il servizio meteorologico svedese, con sede a Norrköping, e io con l’ospedale del posto. Ebbene, nonostante non sapessimo la lingua siamo stati entrambi assunti”.

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Mamma Silvia così ha raccontato la sua storia ai giornali italiani per spiegare come è facile avere una vita serena e tranquilla fuori dai confini italiani. Sanità e scuole gratis fino ai 18 anni, un sussidio per aiutare i genitori, permessi illimitati al lavoro e un clima piacevole tra i colleghi. Silvia ha raccontato al sito la Repubblica la sua esperienza di vita.

xQui in Svezia hai 480 giorni pagati di congedo parentale, che puoi fare di fila o distribuiti nei primi otto anni di vita del bambino (si possono prendere anche un quarto di giornata, mezze giornate o tre quarti di giornata): l’unico obbligo è che il padre deve prendere almeno 60 giorni, altrimenti li perde”. Silvia ha anche un altro bimbo più grande, Galileo, anche lui partorito in Svezia. “Ho avuto due bellissime gravidanze, lavorando fino all’ultimo, e i controlli, quelli indispensabili (qui si tende a fare per esempio poche ecografie e pochi esami del sangue), sono gratuitix.

xUn’altra cosa interessante è che l’Università, proprio come la scuola (dove sono gratuiti anche i libri, i quaderni e le penne) è a costo zero (in questo caso materiale didattico a parte).Così ho fatto dei corsi universitari a distanza, di argomento completamente diverso dalla medicina, semplicemente per passione personale, ed è stato interessantissimo”, dice Silvia. Che aggiunge: “Ecco perché non tornerei in Italia: se fossi rimasta non avrei avuto la possibilità di fare un figlio. Gli stipendi sono molto più bassi e si presuppone che tutti abbiano nonni o aiuti “esterni” a disposizione. Ma non c’è solo questo: qui è diverso il modo di lavorare, il clima è disteso e non continuamente polemico e litigiosox.