Certificato di malattia al lavoro, arriva l’autocertificazione per i primi 3 giorni

Non ci crederete mai ma adesso è arrivata la possibilità di farsi l’autocertificazione per la malattia che vi permetterà di assentarvi dal lavoro per i primi tre giorni prima di andare dal medico.

La proposta, presentata dal senatore dell’Italia dei valori Maurizio Romani, è appena approdata in commissione Affari Costituzionali del Senato e ha incassato già il sostegno della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) che, da diversi anni, sollecita in tal senso una revisione della legge Brunetta.

L’articolo due recita infatti così: “In tutti i casi di assenza per malattia protratta per un periodo inferiore a tre giorni il lavoratore comunica con sua esclusiva responsabilità il proprio stato di salute al medico curante, il quale provvede ad inoltrare apposita comunicazione telematica all’Istituto nazionale della previdenza sociale, nonché al datore di lavoro”.

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Il testo, composto di due soli articoli, prevede che in presenza di un disturbo che il lavoratore ritiene invalidante ma passeggero, sarà lui stesso – sotto la sua esclusiva responsabilità – a comunicarlo al medico, che si farà semplice tramite per la trasmissione telematica all’Inps e al datore di lavoro.

“Attualmente – aggiunge Scassola – i medici possono perdere la convenzione, andare davanti al giudice penale o essere sanzionati per migliaia di euro solo per aver fatto un certificato in condizioni particolari, ad esempio per via telefonica. Questo ovviamente non è corretto in senso etico-deontologico, ma nell’attività compulsiva di tutti i giorni è una cosa che può capitare. E oggi le pene sono esorbitanti rispetto all’entità di questo tipo di errori”.

Certificato di malattia al lavoro, arriva l’autocertificazione per i primi 3 giorni

“Chi fa il furbo – spiega Romani, il primo firmatario della nuova legge – si assume la responsabilità di aver fatto un’autogiustificazione falsa: non ha più le spalle coperte dal certificato del proprio medico curante, che si limita a fare da “postino” inviando all’Ipns la dichiarazione del paziente, e se la vede direttamente con il medico fiscale mandato dall’Inps. L’iter è appena cominciato ma, se c’è la volontà politica, si può approvare entro la fine della legislatura”.

Ma non tutti sono contenti di questa scelta, infatti il segretario della uil, Carmelo Barbagallo, boccia invece la proposta: “I medici di base cercano di togliersi dalle loro responsabilità e non fare il lavoro per cui sono pagati. E troppo spesso i certificati si fanno per telefono”.

Tuttavia se questo metodo verrà presto approvato – ha spiegato la Fnomceo – in presenza di un disturbo che il lavoratore ritiene invalidante ma passeggero, sarà lui stesso, sotto la sua esclusiva responsabilità, a comunicarlo al medico, che si farà semplice tramite per la trasmissione telematica all’Inps e al datore di lavoro. Insomma ancora una volta sarà la responsabilità del lavoratore a fare la differenza.

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