Il sistema previdenziale è tema di discussione non solo in Italia, ma anche nel resto dâEuropa. Nellâanno in cui si festeggiano i 25 anni dalla nascita del mercato unico europeo, si aprono nuove prospettive per sfruttare i risparmi in vista della pensione.
Se la previdenza sociale non riesce a rispondere a tutte le necessità dei cittadini fino a mettere in discussione lâintero sistema e lâavvenire dei futuri pensionati, in Italia e in tutta Europa si stanno diffondendo strumenti alternativi che sono in grado di supportare il primo pilastro.
Tra le critiche che gli investitori avanzavano al sistema dei fondi pensione aperti e chiusi câera la scarsa flessibilità di una sottoscrizione che non poteva essere variata, aveva x e continua ad avere x costi importanti ed è poco incline a supportare il lavoratore nel momento in cui per necessità deve attingere ad una parte dei fondi versati. La soluzione a tutte queste necessità sta in due prodotti, uno presente a livello nazionale lâaltro, con caratteristiche simili, più comune nel resto dâEuropa. I Piani Individuali Pensionistici (PIP) e i Prodotti Pensionistici Individuali Paneuropei (PEPP) hanno alcuni tratti caratteristici in comune, ma riescono entrambi a soddisfare la maggiore richiesta di elasticità , abbassano i costi e rappresentano una minore fonte di rischio per i risparmiatori. Durante il periodo lavorativo, il contraente potrà decidere di versare una quota libera e di disegnare il suo piano pensionistico a seconda delle sue caratteristiche: orizzonte temporale, propensione al rischio, conoscenza dei meccanismi che regolano i mercati finanziari e opportunità di diversificazione dellâinvestimento. A queste, si aggiunge la possibilità di modificare o interrompere lâinvestimento in qualsiasi momento, lâopportunità di ritirare una parte di quanto versato a fronte di motivazioni importanti e diversi vantaggi fiscali.
Attraverso i PEPP, che lâUnione Europea vorrebbe introdurre a breve, si vaglia anche la possibilità di uniformare i piani pensionistici in tutta Europa, proponendo una portabilità internazionale che faciliti la costruzione di pensioni âdi scortaâ che siano riconosciute non solo su territorio nazionale. Lâobiettivo dichiarato è quello di sensibilizzare lâopinione pubblica e i cittadini stessi verso la sottoscrizione di queste forme di investimento.
Secondo i dati dellâEiopa, Authority dellâUnione Europea che vigila sul settore degli investimenti, un cittadino su tre in Unione Europea ha sottoscritto una pensione integrativa volontaria , ma su territorio europeo sono presenti ben 72 strumenti finanziari, un numero ritenuto eccessivo degli addetti ai lavori, che non fa altro che confondere le idee ai consumatori. La previdenza integrativa è senza dubbio in crescita ed è destinata ad espandersi in maniera ulteriore fino a diventare una valida alternativa per coloro che rischiano di dover fare i conti con una pensione misera, ma attraverso un livellamento delle misure su tutto il territorio europeo si punta ad incrementare le percentuali di sottoscrizione e ad immettere nel sistema economico risorse per 2100 miliardi.
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