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Indennità per il congedo parentale. Come funziona e chi può richiederlo

Genitori avete bisogno di alcuni giorni per assentarvi dal lavoro per stare con i bambini ma non sapete come fare? Ecco la nuova agevolazione per le famiglie. Si chiama congedo parentale, si tratta di un periodo di astensione facoltativo dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e soddisfare i suoi bisogni affettivi e relazionali. Ma chi può richiederlo e per quanto tempo?

Andiamo per ordine e scopriamo tutti i vantaggi del congedo parentale. Per prima cosa, il congedo è rivolto a tutte le lavoratrici e lavoratori dipendenti. Il congedo parentale spetta ai genitori naturali, che siano in costanza di rapporto di lavoro, entro i primi 12 anni di vita del bambino per un periodo complessivo tra i due genitori non superiore a 10 mesi. I mesi salgono a 11 se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato di almeno tre mesi. Tale periodo complessivo può essere fruito dai genitori anche contemporaneamente. Se il rapporto di lavoro cessa allxinizio o durante il periodo di congedo, il diritto al congedo stesso viene meno dalla data di interruzione del lavoro. Ai lavoratori dipendenti che siano genitori adottivi o affidatari, il congedo parentale spetta con le stesse modalità dei genitori naturali, quindi entro i primi 12 anni dallxingresso del minore nella famiglia indipendentemente dallxetà del bambino allxatto dellxadozione o affidamento e non oltre il compimento della sua maggiore età.

Lxindennità di congedo non spetta però ai genitori disoccupati o sospesi; ai genitori lavoratori domestici e ai genitori lavoratori a domicilio.

Vediamo quanto spetta ai genitori che possono fare richiesta del congedo: Ai genitori lavoratori dipendenti spetta: Si tratta di una forma di indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata in base alla retribuzione del mese precedente lxinizio del periodo di congedo, entro i primi sei anni di età del bambino di sei mesi; unxindennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, dai sei anni e un giorno agli otto anni di età del bambino (o dallxingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento), solo se il reddito individuale del genitore richiedente è inferiore a 2,5 volte lximporto annuo del trattamento minimo di pensione ed entrambi i genitori non ne abbiano fruito nei primi sei anni o per la parte non fruita anche eccedente il periodo massimo complessivo di sei mesi.

Inoltre, i genitori potranno scegliere la modalità di fruizione ed anche alternarla a seconda delle esigenze del bambino. Ricordiamo però che per chi non potesse usufruire di questo beneficio lxinps offre anche un aiuto alternativo, come il bonus baby sitter o il bonus asilo nido. Si tratta di due forme molto utili per tutti i genitori con problemi nei primi anni di vita del piccolo.

Il bonus asilo nido, per esempio, viene invece erogato con cadenza mensile, misurando l’importo massimo di 1.000 euro su 11 mensilità, per un importo massimo di 90,91 euro direttamente al beneficiario che ha sostenuto il pagamento, per ogni retta mensile pagata e documentata.

Fonte Inps