Da sempre, quando c’è una crisi, le persone tendono ad allontanarsi per cercare fortuna altrove. Figuriamoci nel caso in cui ad accanirsi sulle già misere entrare dei cittadini ci si mette una pressione fiscale da record e una complicatissima burocrazia che ci rende fuori mercato nell’attirare investimenti. Non ci sorprendiamo dunque nel leggere il dato relativo all’anno 2013, dove si legge che 94.126 italiani si sono sono trasferiti all’estero.

shutterstock_97354250_-_copyNel 2012 sono stati 78.941 – con un saldo positivo di oltre 15 mila partenze, una variazione in un anno del +16,1%. Per la maggior parte uomini sia nel 2013 (56,3%) che nel 2012 (56,2%), non sposati nel 60% dei casi e coniugati nel 34,3%, la classe di età più rappresentata è quella dei 18-34 anni (36,2%). A seguire quella dei 35-49 anni (26,8%) a riprova di quanto evidentemente la recessione economica e la disoccupazione siano le effettive cause che spingono a partire. I minori sono il 18,8% e di questi il 12,1% ha meno di 10 anni. E’ quanto emerge dal Rapporto Italiani nel mondo 2014 della Fondazione Migrantes, presentato oggi.

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