Federconsumatori: 85% della tredicesima sfumerà in tasse. Tra due settimane saranno pagate le tredicesime, che ammontano questâanno a 34,40 miliardi di euro così ripartite:
9,2 miliardi ai pensionati (come nel 2014) 9,5 miliardi ai lavoratori pubblici (+1,00%); 15,7 mld (0,6%) ai dipendenti privati (agricoltura, industria e terziario).
Lâaumento della tassazione, il ripristino della Tasi sulla prima casa (che sarà abrogato dal 2016), con indici economici ballerini, non hanno ancora attenuato lâonda lunga della recessione e segnato una inversione di tendenza, dal Pil, la cui stima preliminare del terzo trimestre Istat segna +0,2%, meno di quanto servirebbe per centrare lâobiettivo del +0,9% a fine anno;
Alla disoccupazione giovanile superiore al 40%; al fatturato dellâindustria (-01% su agosto e -0,9% sul settembre 2014); alle esportazioni Extra Ue che segnano un calo di -0,7%; al debito pubblico in perenne aumento a 2.191,659 miliardi di euro a settembre 2015, con un aumento di 4,5 mld al mese.
Tredicesima impiegata per pagare gli aumenti iniziati a gennaio 2015 con le tariffe autostradali, benzina, bolli, tasse, Tasi, Imu seconda casa, accise ed unâaltra serie infinita di ordinari balzelli che sfiancano le famiglie e mangiando i redditi e le consuete scadenze fiscali, quali tasse, bolli, rate e canoni, che durante il mese di dicembre i contribuenti sono chiamati a versare.
Il risultato di ridurre dellâ85,2% lâagognata gratifica natalizia. Nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei 34420 miliardi di euro di tredicesime che verranno pagate questâanno, 14,8 per cento, ossia 5,2 miliardi di euro, con un aumento di 2 miliardi sul 2014, resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati.
Per scopi più piacevoli restano 5,2 miliardi di euro, il 14,8%, rispetto al 9,4% del monte tredicesime, che potranno essere utilizzati per cenone, regali (spesso ai più piccoli), qualche viaggio, qualcosa da mettere da parte per future esigenze, non servirà a rilanciare i consumi, né ad alleviare le preoccupazioni di famiglie sempre più impoverite da rincari speculativi che si profilano in tutti i settori.