“Com’è importante stare a due, maschio e femmina, per questa città. Chi sta solo è meno di uno”…. In queste righe, lo scrittore napoletano Erri De Luca riassume il significato della vita a due. Una persona non è nulla senza la sua metà, nella vita di coppia l’uno completa l’altro, o per lo meno così dovrebbe essere.

Stare con l’altro significa migliorarsi, salire di livello, accrescere la propria conoscenza e rafforzare la propria anima. Solo in due si fanno grandi cose, senza l’altro non siamo nulla. L’uomo è da sempre animale sociale, capace di socialità e incapace di sopravvivere senza l’altro.

“Non esiste il tradito, il traditore, il giusto e l’empio, esiste l’amore finché dura e la città finché non crolla.”

L’amore è una cosa che dovrebbe completare due persone, spingendole a vivere insieme, unite. Nel testo “Montedidio” Erri De Luca, si susseguono brevi capitoli che si succedono con la leggerezza di immagini. Un libro di straordinario valore capace di elevare l’uomo durante la lettura di ogni pagina. Libro in cui si parla degli altri, della vita e delle relazioni tra le persone.

Tornando alla forza dello stare insieme, non bisogna mai dimenticare di dare valore all’altro, chi sta vicino ad una persona è capace di donare il proprio tempo all’altro, di creare un legame e di investire in un rapporto. Amare significa questo, investire ma senza la pretesa di ricevere qualcosa dall’altro. Amare è l’unico fine.

“Non capirà mai nessuno quanto amore ci mettevo anche solo per guardarti negli occhi.”

Lo scrittore Enrico De Luca, detto Erri è nato a Napoli il 20 maggio del 1950. Nel corso della sua carriera ha ricevuto premi e riconoscimenti, considerato uno degli scrittori contemporanei più amati, De Luca ama parlare della vita e dei sentimenti attraverso i suoi scritti.

“E’ importante per me arrivare dove non c’è più nessun passo da aggiungere.”

Per vivere, prima di diventare uno scrittore di fama, ha svolto molti mestieri manuali, in Italia e all’estero, fu operaio qualificato, camionista, magazziniere, muratore. Fu operaio in fabbrica, muratore a Napoli dopo il terremoto, muratore in Francia, volontario in Africa, Tanzania, dove contrasse la malaria, operaio di rampa in aeroporto a Catania, muratore a Milano e a Roma, fino al 1997. Durante la guerra della ex Jugoslavia fece l’autista di convogli umanitari…Per saperne di più continua a leggere qui

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