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‘E so molto bene che non ci sarai’… di Julio Cortázar

Amore è gioia ma anche sofferenza. Quando due persone si lasciano il cuore e lxanima soffrono. La poesia di Julio Cortázar dal titolo xE so molto bene che non ci saraix è un testo che riassume a pieno tutto lo strazio e la sofferenza che porta una separazione. Quando una persona ci lascia e come se per noi fosse morta. Lxuomo deve elaborare un proprio lutto interiore per superare la separazione.

Essere lasciati, nello specifico, rende vulnerabili e anche una semplice cena con gli amici può diventare un’esperienza terribile. In alcuni casi, sale una certa sorta di ansia nel sentirsi scoperti davanti agli altri. Le persone che chiudono in maniera sofferente una relazione devono affrontare una serie di stati d’animo che vanno dalla paura, all’odio, al risentimento, al timore. Un cocktail di emozioni forti che talvolta mettono a dura prova anche il nostro sistema immunitario.

La sensazione di essere soli, di camminare senza un appoggio verso il futuro spaventa. Il pensiero che quella persona non ci sarà più nella vita è angosciante e a soffrire è anche il corpo in certi casi.

E’ stato dimostrato anche che le aree del cervello che si accendono in risposta al dolore dell’abbandono, al dolore dell’esser lasciati, sono le stesse accese da un dolore fisico come una scottatura, ossia la corteccia secondaria somatosensoriale e l’insula dorsale posteriore, aree la cui attivazione era stata vista finora solo in risposta a stimoli fisici. Insomma, si tratta di un vero e proprio trauma, che comprende solo chi lo ha provato.

La poesia dellxautore ci fa capire a pieno come una persona soffre e cerca di vivere senza il suo amorex.

xE so molto bene che non ci sarai. Non ci sarai nella strada, non nel mormorio che sgorga di notte dai pali che la illuminano, neppure nel gesto di scegliere il menù, o nel sorriso che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee, nei libri prestati e nell’arrivederci a domani. Nei miei sogni non ci sarai, nel destino originale delle parole, nè ci sarai in un numero di telefono o nel colore di un paio di guanti, di una blusa. Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te, e non per te comprerò dolci, all’angolo della strada mi fermerò, a quell’angolo a cui non svolterai, e dirò le parole che si dicono e mangerò le cose che si mangiano e sognerò i sogni che si sognano e so molto bene che non ci sarai, nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo, nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti. Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo, e quando ti penserò, penserò un pensiero che oscuramente cerca di ricordarsi di texx

Julio Cortázar

xQuello che molti chiamano amare consiste nello scegliere una donna e sposarla. La scelgono, lo giuro, li ho visti. Come se si potesse scegliere in amore, come se non fosse un fulmine che ti spezza le ossa e ti lascia lungo disteso in mezzo al cortilexx

Julio Cortázar nacque a Ixelles il 26 agosto 1914 e morì a Parigi il 12 febbraio 1984. Cortàzar nel corso della sua esistenza è stato uno scrittore, poeta, critico letterario, saggista e drammaturgo argentino naturalizzato francese, maestro del racconto e del romanzo e scrittore dalla vocazione sperimentale; la sua scrittura è caratterizzata da una forte componente fantastica e a tratti metafisica, sempre aderente però a uno stile estremamente realistico. Stimato da Borges.  Per saperne di più continua a leggere qui