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Donne che lavorano in Italia. Ancora lontane dalla parità

Nonostante gli anni e la lotta per la parità di genere, ancora oggi le donne che lavorano in Italia vengono discriminate sul luogo di lavoro.

Come riporta anche il sito Vocidicittà.it, Hays Gender Diversity, una società leader nel recruitment specializzata, la quale offre una panoramica sulla situazione lavorativa di donne e uomini in Italia li ha messi a confronto sulla base di ambizioni, opportunità e possibilità di crescita. Dai dati emersi dallo studio di un campione di oltre 200 intervistati, infatti si evince che se pur ci sia stato qualche miglioramento dovuto a una graduale, ma pur sempre lenta, omogenizzazione delle differenze sociali tra uomini e donne, quest’ultime in Italia faticano ancora ad affermarsi nel mondo del lavoro. Sofia Cortesi, Finance Director di Hays, afferma infatti che:«Anche se sono stati fatti diversi passi avanti rispetto agli anni passati, la parità di genere in Italia sembra essere ancora una chimera.

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Uomini e donne hanno spesso percezioni diametralmente opposte del mondo del lavoro nel nostro Paese e il fatto che, ancora oggi, le donne che ricoprono ruoli di leadership siano così poche fa riflettere. Le donne sono un asset che il nostro Paese deve riuscire a valorizzare: è auspicabile un cambio di direzione che porti le professioniste italiane ad avere le stesse reali opportunità di crescita e di carriera dei colleghi maschi». Ex chiaro dai dati, che ’87% del campione femminile e il 90% di quello maschile, infatti, aspira a raggiungere posizioni di leadership ‒, debbano scontrarsi poi nei fatti con aspettative e speranze diverse: il 49% delle donne, circa una donna su due, pensa di non avere le stesse opportunità della controparte maschile, mentre al contrario il 73% degli uomini crede nelle pari possibilità di crescita, indipendentemente dal genere. Una differenza di percezione che già la dice lunga sulle reali condizioni con cui una donna deve confrontarsi regolarmente per affermarsi nell’ambito lavorativo.

Altro dato significativo riguarda la percentuale di donne che si trovano a ricoprire ruoli ai vertici aziendali, che risulta essere ancora troppo bassa: il 78% delle intervistate e il 91% degli intervistati dichiara che la persona con la più alta seniority aziendale è di sesso maschile. Oltre a ciò, il 52% delle donne ritiene che i colleghi maschi, pur se di pari livello, percepiscano stipendi più alti, aggiungendo in oltre la constatazione da parte del 40% del campione femminile che il proprio lavoro sia spesso con maggiore severità rispetto ai colleghi uomini.