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In Italia il gap stipendi uomo-donna è minore rispetto a tutti gli altri Paesi Ue

Il divario tra lo stipendio di una donna e di un uomo in Italia è veramente minore e secondo gli ultimi dati è il più basso dxEuropa.

A rilevarlo è una pubblicazione Eurostat, diffusa dallxIstat. xNel 2015, le donne hanno guadagnato il 16,3% in meno degli uomini nellxUe, se si confronta la retribuzione lorda oraria mediax. Sembra una leggenda metropolitana invece è tutto vero: a parità di mansioni, uomini e donne non godono della stessa retribuzione.

Le donne guadagnano meno degli uomini in tutta Ue, ma in Italia il gap è decisamente minore. Nel 2015, le donne hanno guadagnato il 16,3% in meno degli uomini nellxUe, se si confronta la retribuzione lorda oraria mediax. Le differenze più ampie in Estonia (26,9%), Repubblica Ceca (22,5%) e Germania (22,0%); quelle minori in Italia a pari merito con il Lussemburgo (al 5,5%), Romania (5,8%) e Belgio (6,5%). Cxè però da notare che sono le posizioni più alte a scontare i xgapx più forti. Differenze che valgono 3.620 euro all’anno. Se un uomo infatti guadagna mediamente 29.985 euro lordi, la retribuzione di una donna è invece di 26.725 euro.

Se però guardiamo all’Europa, scopriamo che i salari delle donne italiane non sono tra i più penalizzati: l’Italia si posiziona infatti ottava sui 31 Paesi analizzati. E ancora migliore è, a livello globale, il risultato ottenuto nell’istruzione (41° posto su 145, 22° in Europa su 45). Il problema è che, nonostante l’elevato grado di scolarizzazione (le donne laureate sono quasi 2,4 milioni), le donne mantengono nella retribuzione una differenza in negativo che va aumentando con l’ascesa nella gerarchia professionale, fino a toccare i quasi 11mila euro di differenza tra dirigenti uomini (105.983 euro medi annui) e donne (94.750 euro medi annui).

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Nonostante tutto però secondo i dati Istat i contratti di lavoro sono saliti. Alla fine di giugno 2017 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano 7,6 milioni di dipendenti (58,7% del totale) e corrispondono al 55,8% del monte retributivo osservato. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo a fine giugno sono 35 relativi a circa 5,3 milioni di dipendenti (41,3%) e in diminuzione rispetto al mese precedente (42,3%).

Lxattesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 65,5 mesi. Lxattesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 27,0 mesi, in crescita rispetto a un anno prima (25,5). A giugno lxindice delle retribuzioni contrattuali orarie è invariato rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,3% nei confronti di giugno 2016. Complessivamente, nei primi sei mesi del 2017 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2016.