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Divario sociale in Italia sempre più accentuato, cresce la povertà

Sempre più distanza tra ricchi e poveri in Italia. Si allarga la forbice del divario sociale e cresce la povertà. Una situazione davvero ai limiti che Eurostat ha fotografato negli ultimi periodi. Secondo le tabelle questi sono i risultati:

Nel complesso, si parla di quasi un quarto del reddito complessivo è stato percepito dal 10% della popolazione che si trovava nella fascia più alta. Il confronto con il periodo pre-crisi mostra come negli anni sia mancata una apposita politica di ridistribuzione della ricchezza. Dunque sempre più divario dei ceti sociali e rispetto al non lontanissimo 2008, il decile più benestante ha accresciuto la sua quota di reddito disponibile mentre quello più povero ha registrato un crollo significativo.

Eurostat riporta che in Italia il 40% della popolazione con i redditi più bassi aveva nel 2016 appena il 19,1% dei redditi complessivi contro il 19,7% del 2015 e il 20,2% del 2010. Una situazione che fa davvero ansia a tutti. Infatti, merito della crisi, della perdita di occupazione e di posti fissi questo è quanto sta accadendo nello stivale. I poveri diventano sempre più poveri e la classe medio borghese va avanti e cresce. Stando alle tabelle, le persone più agiate percepiscono il 63% del totale ma sono soprattutto il dieci per cento più benestanti che registrano un vantaggio negli anni della crisi con il 24,4% (23,8% la media Ue) del totale e una crescita dal 2008 di sei decimi di punto.

Tuttavia non solo in Italia la situazione è critica, seppur in modo meno evidente. Infatti, nella media europea nello stesso periodo del 2016 il 40% della popolazione con redditi più bassi è passata dal 21,2% al 20,9% del reddito complessivo. In Germania, per esmpio, la disuguaglianza è meno accentuata con il 21,7% di reddito per il primo 40% più povero. In Francia la percentuale è però del 22,6%. Il coefficiente di Gini invece in Italia è passato dal 31,7 del 2010 al 33,1 nel 2016. Il più alto è in Bulgaria (38,3) mentre il più basso è in Slovacchia (24,3).

Che dire, questo è il risultato sicuramente del lavoro dei vecchi governi e della crisi economica, certo è che la situazione di rischio è sempre più alta e tra mancanza di occupazione e pensioni basse è davvero difficile portare in alto questo questo dato. Anche le Caritas italiane sono allarmate per via del gran numero di famiglie che ormai non riescono più nemmeno a mettere in tavola un piatto per mangiare. Per non parlare dei giovani, i più disagiati in questo periodo storico. Fuga di cervelli, studenti privati dei loro sogni e famiglie che vivono il disagio della povertà. Questo è il triste spaccato di una Italia che non sorride e che fatica ad alzarsi dopo le varie ondate di crisi degli anni passati.