Disturbo ossessivo compulsivo, 8 segnali da non sottovalutare

Può manifestarsi piano piano e i sintomi il più delle volte sono evidenti. Il disturbo ossessivo compulsivo trae la propria origine dalla tendenza alla ripetizione mentale di schemi cognitivi relativi a comportamenti da tenere in relazione a specifiche performance richieste (un esame, un colloquio di lavoro, l’incontro con una persona che ci attrae). Questo è un modo per diminuire la tensione associata all’evento e, contestualmente, migliorare la propria lettura del mondo circostante e la propria capacità di fornire risposte comportamentali efficienti.

Le ricerche hanno dimostrato che il DOC è molto più comune di quanto si pensasse. Circa un individuo su 50 tra adolescenti e adulti è affetto da disturbo ossessivo-compulsivo. A causa della natura molto personale di questo disordine, e anche per via della paura di essere giudicati, potrebbero esistere molte persone afflitte da DOC che lo nascondono, e la percentuale quindi potrebbe essere più alta. Si stima che il 2-3% della popolazione di molti stati ne sia affetto; negli Stati Uniti pare che ne soffrano cinque milioni di individui.

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Disturbo ossessivo compulsivo, 8 segnali da non sottovalutare

Ad esempio, per chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo, anche un semplice contatto con la maniglia di un bagno pubblico basta a scatenare una serie di pensieri incontrollati che, nel caso specifico, sono radicati in un terrore talmente irrazionale per i germi da spingere l’individuo a lavarsi le mani anche 50 volte al giorno per la paura della contaminazione. «E il rituale con cui si lava le mani può essere così elaborato da interferire negativamente sulla vita quotidiana», spiega al Reader’s Digest Jeff Szymanski, direttore dell’International OCD Foundation. «Nelle persone affette da DOC tutto va fuori controllo – conferma lo psichiatra e psicoterapeuta Giancarlo Cerveri – e la presenza di compulsioni, ovvero di comportamenti rituali che presentano spesso un’assonanza semantica con le ossessioni e sono spesso fonte di disabilità, è frequente e più facilmente riconoscibile per coloro che vivono con il soggetto in questione».

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