Una dipendente donna è stata licenziata a Forlì per aver pubblicato un post, a quanto pare offensivo o non consono, su Facebook. La lavoratrice però è ricorsa alla legge per cercare di avere giustizia ma la Cassazione non le ha dato una buona risposta.

Mi sono rotta di questo posto di…“. queste sarebbero le parole scritte di getto sul famoso social network che hanno fatto infuriare i suoi responsabili che hanno proceduto subito al licenziamento. Tuttavia la donna dopo essersi rivolta ai suoi legali ha ricevuto una risposta dalla suprema Corte di Cassazione davvero inaspettata. Per la stessa Cassazione, infatti, il post condiviso sul social è “diffamatorio”. La suprema ha così stabilito una volta per tutte che quello della 43enne, invalida civile al 67%, è stato un “licenziamento per giusta causa” da parte dell’azienda che dopo quel messaggio ha deciso di interrompere il suo contratto di lavoro.

“La diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l’uso di una bacheca Facebook integra un’ipotesi di diffamazione, per la potenziale capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone. Scrivere un post sul social realizza la pubblicizzazione e la diffusione di esso per l’idoneità del mezzo utilizzato a determinare la circolazione del commento tra un gruppo di persone con la conseguenza che, come nella specie, lo stesso è offensivo nei riguardi di persone facilmente individuabili”. con queste parole in tribunale è stata così confermata la fine della carriera all’interno dell’azienda dove lavorava prima.

Insomma, su Facebook e in generale su tutti i social sarebbe meglio evitare di scrivere cose o frasi improvvise e senza senso. Ormai ciò che si scrive resta e tutti possono leggere e vedere tutto. Anche nel mondo del lavoro, oltre al curriculum, il secondo metro di giudizio per scegliere un dipendente è la sua pagina social, dove il datore di lavoro può avere accesso ad alcune informazioni utili e non utili ai fini del giudizio finale. Insomma, dopo questa notizia è meglio evitare di sfogarsi sul web e magari prediligere la solita vecchia e tranquilla chiacchierata tra amiche in un bar a fine giornata.

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