Brutte notizie per gli automobilisti. Con l’aumento del prezzo del petrolio è salito anche quello della benzina. Rispetto al 2017 costa sopra 1,6 euro al litro, siamo ai massimi dall’estate 2015. Un anno fa il greggio americano era a 50 dollari e il Brent a 52, oggi i Wti è a 71 dollari e il Brent oltre 78. Insomma, una situazione che non è piaciuta a molti compreso il Codacons.

Il Codacons spiega che: “Nelle ultime ore i listini di benzina e gasolio sono sensibilmente aumentati, al punto che per un litro di diesel si spende oggi il 3,3% in più rispetto al mese scorso Rincari anche per la benzina, che aumenta alla pompa del +2,8% al punto che per un pieno di carburante si spendono oggi 2,3 euro in più rispetto al mese scorso”. Stando alle tabelle che il ministero dello Sviluppo economico aggiorna settimanalmente, e che propongono una media dei listini sul territorio (considerando servito e self, ma anche le differenze tra regioni e per le piccole isole), il prezzo medio praticato sulla rete italiana, aggiornato al 14 maggio, è tornato sopra quota 1,6 euro, portandosi a 1,606, ai massimi dal luglio 2015. Per quanto riguarda il diesel siamo invece a quota 1,483 euro al litro nel prezzo medio, ai massimi, in questo caso, dal giugno 2015. Questo vuol dire che per un pieno di benzina di un’auto di media cilindrata ci vogliono oltre 80 euro, mentre per il gasolio sono necessari almeno 74 euro. Un anno fa ci volevano rispettivamente 76 e 68 euro, vale a dire il 5% e l’8% in meno.

Nelle ultime ore sono intervenuti anchei Nas per indagare sui recenti rincari dei listini. A chiederlo è stato lo stesso Codacons.  «In questi giorni – si legge nella nota – i listini di benzina e gasolio sono sensibilmente aumentati, al punto che per un litro di diesel si spende oggi il 3,3% in più rispetto al mese scorso. Rincari anche per la benzina, che aumenta alla pompa del +2,8% al punto che per un pieno di carburante si spendono oggi 2,3 euro in più rispetto al mese scorso. Sulle quotazioni pesa la tensione tra Iran e Stati Uniti, ma gli effetti sui listini alla pompa sono troppo veloci e danneggiano le tasche dei consumatori. Una speculazione che potrebbe configurare una forma di aggiotaggio, e per tale motivo chiediamo ai Nas di attivarsi per verificare come sia possibile che il prezzo alla pompa aumenti al solo annuncio di tensioni in Medio Oriente, nonostante il petrolio venduto oggi sia stato acquistato nei mesi scorsi, quando le quotazioni erano decisamente inferiori ai prezzi odierni».

Fonte Codacons

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