Sta arrivando il tanto temuto aumento delle tassi locali di Imu, Irpef e Tari. Una notizia che non piacerà di certo agli italiani che sono già messi in ginocchio dalle attuali spese fiscali.

I tributi, infatti, erano rimasti stabili e invariati dal 2016 ma la nuova legge di Bilancio di quest’anno ha concesso agli amministratori locali la possibilità di manovrare le addizionali comunali.

Secondo idati, risulta che per quanto riguarda le addizionali Irpef 250 comuni, cioè il 10,6% di quelli che finora hanno deliberato (2.352), hanno ritoccato al rialzo il prelievo. Inoltre l’Imu è stata aumentata in 28 amministrazioni locali tra cui 4 città capoluogo. Già lo scorso anno i costi erano alle stelle, infatti, per l’Imu, l’esborso e stato di 814 euro, per le addizionali Irpef di 224 e per la Tari di 302 euro. Roma è la più tartassata, con un prelievo medio di 2.267 euro a famiglia, seguita da Torino con 1.952 euro, Genova con 1.923, Milano con 1.888 e Napoli con 1.791 euro.

Come riportano i dati del Correiredellasera.it tra i 250 Comuni che però hanno già aumentato le addizionali Irpef ci sono due città capoluogo, Avellino (da 0,7 a 0,8%) e Barletta (ha rialzato le diverse aliquote in rapporto agli scaglioni di reddito) mentre altre due, Mantova e Rimini, hanno abbandonalo l’aliquota piatta (rispettivamente 0,4 e 0,3%) per le aliquote progressive fino allo 0,8%. Molte città non hanno potuto invece ritoccare le aliquote perché sono già al massimo previsto per legge. Tra queste, Roma, Milano, Torino, Bari e Venezia. Passando alla Tari, la rilevazione Uil sui 54 capoluoghi dice che 24 hanno aumentato la tassa sui rifiuti, 18 l’hanno diminuita e 12 lasciata invariata.

error: Questo contenuto è coperto da diritto d\'autore