Legge stabilità: 1,2 milioni di assunzioni a tempo indeterminato

Assenze strategiche dal lavoro? Rischi il posto. E’ una sentenza che farà discutere e che preoccuperà molti furbetti…

La Cassazione ha stabilito che le “assenze tattiche” possono far perdere il posto, anche se non si supera il numero di giornate consentite di allontanamento dal lavoro.

Lo ha deciso respingendo il ricorso di un dipendente di una società di materiale edile della provincia di Chieti che con le sue numerose assenze per malattia, a “macchia di leopardo” e agganciate ai giorni di riposo, aveva fornito “una prestazione non sufficiente e proficuamente utilizzabile dall’azienda”. Per i giudici è legittimo il licenziamento del lavoratore assenteista anche se il numero di assenze non supera il periodo di “comporto”, cioè la somma dei giorni di malattia consentiti.

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La corte d’Appello dell’Aquila, ascoltando i colleghi, aveva già accertato il comportamento “strategico” del dipendente.

Nel ricorso il lavoratore contestava che le sue assenze non avessero superato il periodo di comporto, e che pertanto si trattasse di un licenziamento premeditato, senza giusta causa.

I Giudici:

Ma i giudici non sono stati d’accordo. La Corte, infatti, ha ribadito che “il datore di lavoro non può recedere dal rapporto prima del superamento del limite di tollerabilità dell’assenza”, ma in questo caso il comportamento rende la prestazione lavorativa “inadeguata sotto il profilo produttivo e pregiudizievole per l’organizzazione aziendale”.

Infatti, spiega la Corte, le assenze “comunicate all’ultimo momento determinavano la difficoltà, proprio per i tempi particolarmente ristretti, di trovare un sostituto”.

La Repubblica

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