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Amore e Psiche. La leggenda d’amore che continua a far sognare

Nonostante lo scorrere del tempo, lxopera più amata e conosciuta di sempre scritta dallxautore latino Apuleio dal titolo xAmore e Psichex nelle sue “Metamorfosi”, continua a far innamorare milioni e milioni di persone.

Una leggenda senza tempo, metafora dellxeterna lotta tra razionalità e istinto, tra cuore e cervello in amore, lotta che tuttxora ci troviamo a combattere.

Ma di cosa parla Amore e psiche? e perché è sempre così attuale?

Amore e Psiche, ricordiamo, sono i due protagonisti della storia narrata da Apuleio allxinterno della sua opera  xLe Metamorfosix. La storia narra la vicenda di Psiche, una mortale dalla straordinaria bellezza, tanto bella da essere addirittura paragonata a Venere, una delle maggiori dee romane principalmente associata allxamore, alla bellezza e alla fertilità.

La stessa divinità, però, venuta a conoscenza di questa donna, bella a tal punto da essere paragonata a lei, per via della sua gelosa, decise di vendicarsi inviando suo figlio Eros (o meglio conosciuto come Cupido) sulla terra per farla innamorare dellxuomo più brutto e avaro della paese, affinché possa essere coperta dalla vergogna da tutti gli abitanti.

Tuttavia Cupido, durante la sua missione, sbaglia mira e colpisce con la sua freccia il proprio piede innamorandosi di conseguenza della fanciulla.

Eros, dopo aver conosciuto la bella Psiche e aver passato momenti indimenticabili con  lei, sempre però senza mostrare il suo volto, con lxaiuto di Zefiro, la trasporta al suo palazzo, dove la fa sua.

Ogni notte Eros va alla ricerca di Psiche, ogni notte i due bruciano la loro passione in un amore che mai nessun mortale aveva conosciuto.

Una notte però, Psiche, istigata dalle sorelle, decise di provare in tutti i modi a vedere il volto del suo amante e pronta a tutto, anche allxuomo più orripilante, pur di conoscere la faccia del suo grande amore, decise di tentare a vederlo nel cuore della notte.

Per farlo ,decise di avvicinarsi a lui mentre era addormentato, accompagnata da una lampada.

Psiche però, si avvicinò con la lampada al volto dellxamato e alla vista della sua bellezza rimase talmente folgorata, che per lo stupore fece cadere una goccia d’olio della lampada sul giovane che, risvegliatosi, scappò via abbandonando Psiche.

Quando la madre di Eros, Venere, venne a sapere della relazione amorosa dei due e dello sbaglio commesso da Psiche, sprigionò tutta la sua ira e decise di punire la fanciulla con delle difficili prove da superare.

Psiche, però, con tanta fatica, riuscì in tutte le prove che Venere le aveva posto, anche grazie all’aiuto di vari esseri divini, e questo fece ancora più infuriare Venere, che decise a sua volta di farle fare un’ultima prova.

Decise di farla scendere negli inferi per chiedere alla dea alla dea Prosepina un po’ della sua bellezza.

Come ordinatole dalla Dea, la bella Psiche scese negli inferi ma questa volta non riuscì a portare a termine la sua impresa, poiché, incuriosita del dono da portare a Venere che si trovava nellxampolla che le aveva dato la dea degli inferi, decise di aprirla. Da essa però uscì una nuvola che fece cadere Psiche in un sonno profondissimo.

xCome se l’amore forte si esprimesse soltanto attraverso la debolezza. Ed è per questo motivo che ci consola di una storia d’amore solo la parte più dolorosa, e ci disinteressiamo del lieto fine”.  Apuleio

Nel frattempo, Eros, per via della grande nostalgia causata dallxassenza della sua amata Psiche, decise di andare  a cercarla e quando la trovò addormentata perdutamente decise di risvegliarla.

Inoltre, il dio dellxamore, per non rischiare di perderla di nuovo, decise di portarla con se sull’Olimpo dove, grazie all’aiuto di Giove, trasformo Psichè in una dea. Dopo la trasformazione i due finalmente si sposano e Pische prese il nome di Voluttà.

“Così Psiche divenne sposa di Amore secondo le prescrizioni del rito, e quando il tempo per il parto fu terminato nacque loro una figlia che noi chiamiamo Voluttàx. Apuleio

xSe Orfeo non si fosse girato, se Psiche non avesse tentato di conoscere, allora noi non avremmo creduto alla forza del loro amore”.  Apuleio

Lucio Apuleio Madaurense è stato uno scrittore di prosa in lingua latina, un filosofo platonico e un retore di origini nordafricane. Autore poliedrico, compose molte opere di vario argomento.

Della sua composizione sono pervenute: lxApologia o la Pro se de magia liber, prima opera retorica, è lxorazione tenuta per discolparsi dallxaccusa di magia nel processo di Sabrata, i Florida, seconda opera retorica, sono una raccolta di ventitré brani oratori sui temi più disparati.

La sua famiglia, di etnia berbera, era benestante ed influente: il padre fu duumviro, la più alta magistratura municipale, e lasciò ai suoi due figli una consistente eredità di quasi due milioni di sesterzixContinua a leggere qui