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3 buoni motivi per bere (o non bere) il caffè

Dopo un’ora, comincio a sentirmi stanca e intorpidita. Tutto ciò che vorrei fare è sdraiarmi e riposare”, afferma al Daily Mail. “La prima volta che mi è successo, avevo assunto delle pillole per l’influenza con dentro della caffeina. E’ chiaro che il caffè non fa proprio per me, per questo adesso posso prenderlo solo decaffeinato”. L’ Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, consiglia fino a 400 mg di caffeina al giorno, ovvero circa quattro tazze di caffè. La reazione di Rachel a questa sostanza è chiaramente estrema, ma non sembra comunque rientrare nella categoria dell’ “intossicazione da caffeina”, che può avvenire quando si assumono dagli 800 ai 1000 mg di sostanza tutti in una volta, provocando le stesse sensazioni che sente la donna. Sembrerebbe che la spiegazione più plausibile sia da cercare nella sua struttura genetica. Alcuni ricercatori della Edinburgh University, insieme a quella di Trieste, hanno studiato il DNA di circa 3.000 amanti del caffè, e hanno scoperto che alcuni hanno una variazione del gene chiamato PDSS, che riduce l’abilità del corpo ad indebolire gli effetti della caffeina, inducendola a rimanere nel sistema più a lungo. Tutti quelli che, al contrario, non hanno la variazione di questo gene, riescono ad assimilarla molto più velocemente. Ma Rachel non è l’unica a sentire queste sensazioni con pochi sorsi di caffè. Anche Christina Cresswell, quarantenne inglese, racconta di non poter più assumere caffè in luoghi pubblici o incontri aziendali: “Una volta ero in un pub e ho cominciato a berne una tazza. Poco dopo mi sentivo su di giri, elettrizzata, passata mezz’ora sono dovuta andare a casa perché, oltre a una fame terribile, avevo bisogno di mettermi sul letto e riposare un po’ “. I ricercatori, quindi, confermano le sensazioni che provano le donne quando assumono anche una quantità minore di caffeina: “E’ vero, chi è poco tollerante a questa sostanza potrebbe avere gli stessi effetti di una sbronza, sentirsi la testa leggera e, non appena il corpo ha finito di assimilarla, essere stanchissimo. Un vero e proprio hangover da caffè”, spiega la ricercatrice Sarah Davis.

3 buoni motivi per bere (o non bere) il caffè.

Il caffè, la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua, è uno degli alimenti più studiatix

È molto recente la notizia che è stato sequenziato il genoma della pianta e tre recenti studi ci raccontano come, e perché, la pausa caffè al lavoro o prima di un pomeriggio di studio può essere (o meno) una buona idea.

CAFFÈ+PISOLINO

La prima notizia è perfetta per chi ha l’abitudine di bere il caffè dopo il riposino pomeridiano. Sbagliato: il caffè va bevuto prima. Secondo diversi studi, tra i quali uno della Loughborough University (Regno Unito), la caffeina, contrariamente a quanto si crede, non ci impedisce di dormire, anzi, ci fa riposare meglio. Un caffè e un pisolino, insomma, sono il modo migliore per affrontare il resto della giornata. La spiegazione scientifica è questa: la caffeina inibisce l’adenosina, la sostanza chimica che provoca sonnolenza. L’effetto energizzante della caffeina, però, arriva dopo 20 minuti.

CAFFEx:

Ma adesso uno studio della Boston University Henry M. Goldman School of Dental Medicine, ci dice che ha un ruolo importante nella nostra salute dentale: gli antiossidanti contenuti nel caffè avrebbero effetti protettivi contro le malattie della bocca, aiutando nella riduzione del numero di perdita ossea parodontale.

PRESSIONE ALTA.

Chi soffre di pressione alta dovrebbe scegliere il decaffeinato. O quantomeno non consumare più di tre tazzine al giorno. Contrariamente a quanto affermato da studi precedenti il caffè non abbasserebbe il rischio di diabete di tipo 2, anzi, lo aumenterebbe. A sostenere questa tesi, invece, una ricerca interamente italiana condotta presso l’Ospedale di San Daniele del Friuli di Udine, secondo la quale sarebbe a rischio chi soffre di ipertensione ed è “predisposto geneticamente”.

 Gli studiosi hanno sottoposto 639 bevitori di caffè ipertesi tra i 18 e i 45 anni al test del genotipo CYP1A2 (enzima che metabolizza la caffeina): il 42% ha metabolizzato velocemente la caffeina, il 58% l’ha invece metabolizzata lentamente e, in questi soggetti, è stato riscontrato un aumento di glucosio nel sangue.

Nel corso di sei anni, al 24% dei soggetti è stata diagnosticata una forma di pre-diabete: chi assumeva da uno a tre caffè al giorno rischiava il 34% in più; chi ne assumeva di più, ed era lento metabolizzatore di caffeina, rischiava addirittura il 50%.

Fonte Focus